Di seguito le ultime immagini dei lavori in corso a Maguta:



COME È NATO IL PROGETTO IDROELETTRICO INTEGRATO
(HI PROJECT MADEGE)
Alla fine degli anni ‘90 SCSF sta concludendo l’impianto idroelettrico sul fiume Mafufumwe, per dare corrente all’allora dispensario della missione bolognese presso la parrocchia di Usokami nella Diocesi di Iringa.
L’impianto dà energia a tutta la missione, al piccolo ospedale/dispensario e ad alcuni villaggi vicini.
In quel periodo SCSF è ancora guidata dal fondatore: il Prof. Dr. Edgardo Monari (Docente di Malattie Infettive Tropicali presso l’Università di Bologna ed aiuto Primario della clinica pediatrica universitaria all’istituto “Gozzadini” di Bologna).
Il Prof. Monari, assieme all’allora vescovo della Diocesi di Iringa con l’aiuto di Padre Salvador del Molino, esplorano le splendide montagne delle Iringa Highlands molto popolate da numerosi villaggi e famiglie che sopravvivono grazie al clima favorevole che mitiga i problemi sanitari e consente una buona ma faticosa agricoltura di sussistenza.
Le famiglie vivono dei prodotti della loro terra ma al prezzo di grandi fatiche e sacrifici: gli uomini sono spesso costretti a lunghi periodi di lontananza impegnati in lavori che possano garantire qualche minima entrata economica alle loro famiglie; le donne, impegnate nei campi e negli orti, costrette a lunghe ore quotidiane di cammino per procurare l’acqua (che pure non manca su queste montagne) per la famiglie, oppure per portare al mercato i pochi frutti delle loro fatiche da scambiarle con pochi soldi o con ciò che manca a casa.
In queste faticose e quotidiane attività sono aiutate dai bambini e dalle bambine che in questo modo non hanno però l’occasione di poter frequentare la scuola (spesso lontana ore di cammino) o di avere una infanzia serena.
Fu evidente il contrasto tra la fertile rigogliosità della natura, graziata dalla abbondante presenza dell’acqua lungo tutto il tempo dell’anno, e le condizioni di vita delle famiglie.
Fu quindi, da subito chiaro cosa fosse necessario: occorreva dare a quelle persone, a quelle famiglie a quei villaggi e a quei bambini, l’accesso alle risorse che la natura metteva già a loro disposizione ma che singolarmente non avrebbero avuto la possibilità di cogliere.
L’acqua è vita, l’acqua è salute, l’acqua è energia, l’acqua è speranza, l’acqua è futuro.
Forte dell’esperienza appena conclusa ad Usokami il Prof. Monari, sostenuto dalla Diocesi di iringa con l’aiuto dei Padri Missionari della Consolata propose, di costruire un impianto idroelettrico da inserire in un più ampio progetto “polisettoriale” di accesso all’energia ad alle risorse naturali, in modo sostenibile sia sul piano ambientale che su quello economico; ad esclusivo vantaggio di quelle famiglie e di quei villaggi nel territorio della Diocesi di Iringa.
Nacque così il Progetto Idroelettrico Polisettoriale “pane, acqua, salute, istruzione, lavoro” (ora Hydroelectric Integrated project Madege) che prevedeva la realizzazione di un impianto idroelettrico che (senza interrompere il flusso naturale del corso d’acqua) potesse alimentare una centrale idroelettrica per la produzione di energia da distribuire nei villaggi vicini, nelle case e nelle strutture pubbliche e della Diocesi.
Individuato lungo il corso del fiume Lukosi, nei pressi del villaggio di Madege (in località Maguta), un tratto con un salto (cascata) sufficiente per alimentare due turbine in grado di produrre l’energia necessaria alle esigenze locali, oltre ad un surplus che avrebbe potuto essere venduto alla rete nazionale, garantendo introiti economici sufficienti ad assicurare la manutenzione futura dell’impianto, si decise di iniziare lì la realizzazione dell’impianto.
All’inizio degli anni 2000 i primi volontari Italiani di SCSF aiutati da manodopera locale e dalla Diocesi di Iringa cominciarono la costruzione della casa ora intitolata al prof. Edgardo Monari e che tuttora costituisce la base e la dimora dei volontari che operano sul progetto.
L’accesso all’energia avrebbe dato poi la possibilità di distribuire luce ed acqua ai villaggi, consentendo un notevole miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie e dato la possibilità di costruire scuole e infrastrutture a servizio dei villaggi vicini.
Il progetto Idroelettrico originario fu redatto dal Prof. Ing. Cocchi titolare della cattedra di Idraulica della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna e amico fraterno del prof. Monari. Successivamente la parte esecutiva è stata sviluppata (a titolo completamente gratuito) dalla Brulli Energia di Reggio Emilia, allora partner tecnologico del progetto.
Caratteristica peculiare del progetto fu sin dall’inizio l’impronta spiccatamente volontaristica della realizzazione, orientata dal Prof. Monari al più completo spirito di totale gratuità.
Il progetto è stato realizzato utilizzando al meglio le risorse naturali ed umane locali, garantendo lavoro e formazione a personale locale in modo che le famiglie potessero avere un componente impegnato e pagato per il lavoro svolto, senza doversi allontanare dalle rispettive famiglie per lunghi periodi, ed interagendo con tecnici specializzati che si davano disponibili ad operare e garantire la correttezza tecnica della realizzazione come volontari.
Nei primi anni ‘10 per uniformarsi alle normative nazionali e locali sulla produzione e distribuzione dell’energia, il progetto ha subito un radicale cambiamento di rotta che non potendo distribuire direttamente l’energia alle case ed alle famiglie, si è trasformato in un progetto di produzione e vendita dell’energia, sempre però volto a recuperare risorse economiche che la Diocesi di Iringa (concessionaria tramite la società di scopo Lung’ali N.R. Ltd) si è impegnata a reinvestire per progetti di sviluppo per le comunità locali ad esclusivo vantaggio delle famiglie e delle persone che vivono nei villaggi vicini all’impianto.
Le successive crisi economiche che hanno colpito l’Europa e l’Italia nel 2011 e nel 2015 hanno costretto ad una revisione del modello di finanziamento del progetto (i cui costi di realizzazione erano nel frattempo aumentati) che ha portato ad un avvicendamento (nel 2018 – 2020) tra SCSF (che aveva fino ad allora investito circa 5.000.000 di €uro sul progetto, compreso l’acquisto della turbina e dell’alternatore – ora in fase di ultimazione sul posto – costati da soli 750.000 € e coperti completamente dalle risorse economiche messe a disposizione da SCSF) e la Diocesi di Iringa che tramite la società Lung’Ali, sotto la guida di Padre Luciano Mpoma ha da allora avuto l’onere di procurare le risorse economiche per completare quello che nel 2018 era stimato come il 10% mancante per la messa in esercizio dell’impianto.
Il cambio delle politiche governative in merito ai piccoli impianti di produzione di energia al servizio delle comunità agricole locali, all’inizio degli anni ‘20 e la pandemia da Covid hanno poi inferto al progetto un’ulteriore pausa durata quasi quattro anni.
Attualmente, sempre grazie alla fatica ed alla perseveranza della Diocesi Cattolica di Iringa ed in particolare del suo Pastore e Guida, Mons. Tarcisius Ngalalekumtwa e del Direttore di Lung’Ali Natural Resources Ltd., Padre Luciano Mpoma, sono state reperite risorse finanziarie presso il Governo della Tanzania e presso enti ed istituzioni bancarie locali che hanno consentito la ripresa del cantiere affidando il completamento della centrale idroelettrica e della messa in esercizio finale dell’impianto alla società italiana ZECO Hydropower (produttrice della turbina ora in fase di installazione).
L’obiettivo dichiarato è quello di poter mettere in esercizio l’impianto entro la fine del 2025, al fine di conferire l’energia prodotta alla rete nazionale secondo le norme del Governo della Tanzania e secondo l’accordo (SPPA) siglato tra Lung’Ali e (REA/TANESCO).
Le risorse provenienti da questa fornitura serviranno alla Diocesi per ripianare i debiti contratti, per reperire le risorse economiche necessarie all’eventuale successivo ampliamento del progetto stesso (con l’installazione di una seconda turbina per l’impiego della quale l’impianto attuale è già predisposto), coprire le necessità economiche della manutenzione di un impianto del genere, ed infine di reperire risorse per progetti di sviluppo locale nei villaggi limitrofi secondo l’intento originario del progetto “pane, acqua, salute, istruzione, lavoro”.
SCSF, consapevole dei propri limiti operativi attuali continua ad affiancare la Diocesi di Iringa per giungere al completamento del progetto cui tanti amici hanno dedicato risorse, entusiasmo, fatiche e tempo.
Per SCSF
Stefano Manservisi

































Transizione di SCSF da O.N.G. a fondazione, nel momento in cui in Italia la legge quadro sul “terzo settore” sta finalmente prendendo l’abbrivio, dopo anni di indeterminazione e confusione, anche Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere deve affrontare la sfida della trasformazione per meglio adattarsi al mutato ambiente normativo ma soprattutto, dopo la pandemia, per adattarsi al nuovo clima culturale e sociale segnato dagli epocali cambiamenti socio economici che sono diventati sempre più evidenti in ogni parte del mondo. Dobbiamo prendere atto di questi cambiamenti, che riguardano anche la nostra capacità operativa, ed adattare la nostra forma associativa in modo da poter conservare la nostra identità nel rispetto delle regole. Il processo di trasformazione si sta rivelando più impegnativo del previsto ma confidiamo di poterlo concludere nell’arco del prossimo anno quando celebreremo anche il 40° anniversario del riconoscimento dello status di Organizzazione Non Governativa. manterremo la nostra autonomia, cercando di limitare gli oneri cui dovremmo sottostare per mantenere lo status attuale. Di fatto manterremo la nostra struttura e la medesima operatività ma lasciandoci alle spalle notevoli oneri amministrativi che altrimenti assorbirebbero molte risorse sia umane che economiche e che invece vorremmo più utilmente destinare ai nostri progetti.
Affiancamento al completamento del progetto idroelettrico integrato ora Hi project Madege per la realizzazione di un impianto idroelettrico sul fiume Lukosi nei pressi del villaggio di Madege (in località Maguta) nel territorio della Diocesi di Iringa in Tanzania. Il nostro impegno diretto in questo progetto si è concluso nel 2018 con il completamento delle opere edili ed impiantistiche che ci eravamo impegnati a realizzare. Nei due anni successivi abbiamo ceduto il testimone a Lung’Ali Natural Resources Ltd (la società di scopo nata proprio allo scopo di consentire una più efficace gestione del progetto in fase di ultimazione e successivamente in gestione e totalmente di proprietà e controllata della Diocesi di Iringa). Ora, dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia ed alle difficoltà burocratiche che la Diocesi ha dovuto affrontare in Tanzania per riuscire ad assicurarsi la copertura economica necessaria, Lung’ali (Diocesi di Iringa) potrà procedere alla stipula dei contratti per la fornitura e l’installazione delle apparecchiature occorrenti per il completamento della centrale in modo da poter collegare l’impianto idroelettrico alla rete di distribuzione cominciare così a produrre energia che consentiranno alla comunità dei villaggi vicini di beneficiare delle risorse che seguiranno, non tanto in termini economici, quanto in termini di progetti di sviluppo locale.
Continua il nostro impegno per il progetto “Under the Mango Tree” per l’accoglienza e l’istruzione dei bambini albini, partito ormai più di dieci anni fa e che da allora ha fatto grandi passi, diventando centro e motore di sviluppo urbano per la zona di Cheyo, alla periferia di Tabora (Tanzania), capoluogo di regione più di 300.000 abitanti che proprio attorno al nucleo di questo progetto si sono insediati negli ultimi anni. Il progetto UtMT si è evoluto dal progetto iniziale volto principalmente ad affrontare una situazione critica che vedeva la vita stessa di questi bambini “piccoli tra gli ultimi” in costante pericolo a causa di superstizioni, ignoranza ed avidità, verso un più ampio ed articolato progetto di cura, istruzione ed integrazione tra diversità volto a dare ai bambini, tutti, una istruzione di eccellenza ed una opportunità di imparare ad accogliere le differenze di ciascuno come un valore aggiunto in grado di permettere loro di migliorare le condizioni di vita delle proprie famiglie. Dopo l’avvicendamento alla guida della Diocesi di Tabora con l’insediamento del nuovo Vescovo è previsto il proseguimento della realizzazione della scuola materna all’interno del nostro progetto UtMT e della scuola primaria in collaborazione con la Diocesi (tramite la parrocchia di Cheyo nel cui compound sorgono fisicamente gli edifici della scuola), con la Congregazione della Suore della Provvidenza (che hanno la responsabilità della conduzione del progetto sul posto) e con l’associazione Agata Smeralda di Firenze che si è presa carico del sostegno ai bambini con progetti di adozione a distanza.








