Il dono di una Amicizia

Gli amici non si possono scegliere.

Gli amici sono un dono.

Giulio è stato un dono grande, una presenza, una certezza durante tutta la mia vita fin da quando ne ho memoria, anzi da prima.

Don Giulio Matteuzzi, per me è sempre stato Giulio, amico di mio papà, assieme al quale trascorsero giorni felici (quasi mitici ai miei occhi di bambino) a Parigi ospiti dei padri canonici di Notre Dame discutendo del generale De Gaulle e di altre cose che io a malapena capivo.

Durante le vacanze estive in montagna nelle case dell’ONARMO io mangiavo solo se c’era Giulio a tenermi in braccio.

Don Giulio che amava i bambini nel senso più puro e struggente; Don Giulio che ci affascinava con i sui racconti dei Meninos de Rua e delle scuoline di Salvador de Bahia, quando tornava dai lunghi periodi di missione spesi in Brasile a combattere contro povertà, ignoranza, abbandono e anche violenza.

Tuttavia i suoi racconti non erano mai tristi o spaventosi, nonostante raccontassero di situazioni dure e certamente difficili erano sempre sereni, forse velati di quella “saudade” che aveva pervaso anche il suo spirito missionario.

Vicino alla Teologia bella Liberazione, mai fuori dal solco della Chiesa.

Don Giulio era seminatore di amicizie, sapeva attrarre a sé le persone e gli animi più disparati mettendoli in contatto e generando così sempre nuove ed inaspettate occasioni di amicizia, di scambio di dialogo e di confronto tra idee e punti di vista anche molto, molto lontani tra di loro.

Rientrato dalla ventennale missione in Brasile è diventato Parroco a Santa Maria in Strada, cogliendo ed alimentando lo spirito di questa millenaria abbazia cistercense del quale è presto diventato “attrattore” rendendola un luogo frequentato da Amici oltre che da parrocchiani, sotto la sua guida la sua è diventata presto (ma non senza impegno costante, fatica e a volte amarezza) una comunità allargata e accogliente (oggi si direbbe inclusiva) dove tutti (persone ed associazioni) sono degni di ascolto ed attenzione.

Il suo motto, nelle innumerevoli occasioni di incontro che non si stancava mai di creare, nei modi più disparati, sapendo sempre cogliere le attitudini delle parsone che attraeva, era “aiutateci ad aiutare” mettendo così in circolo, idee e disponibilità.

Amico fraterno di Gianfranco e di Anna Maria non ha mai mancato di dare loro sostegno soprattutto nei momenti più duri, come quelli della malattia e della morte di mia mamma, ha sempre saputo seguire le vite dei suoi amici non negando mai la sua amicizia, sempre, senza indugi, senza pretese, anche a costo di enormi sacrifici e rinunce personali e sono sicuro che sia stato così per tutti i suoi amici e spesso anche per chi amico suo non riusciva ad esserlo.

Uomo di fede, chiara, diritta, mai imposta, sempre messa in discussione soprattutto con chi non la condivideva, è stato amico di Edgardo Monari, sostenendone il progetto di Solidarità e Cooperazione Senza Frontiere, condividendo la sua esperienza missionaria, a volte anche in modo critico, ma sempre in amicizia.

Fu uno degli artefici del riavvicinamento tra Gianfranco ed Edgardo convincendoli a superare le divergenze mettendone anzi la dialettica al servizio dell’amicizia che li legava da quando giovani prestavano entrambi servizio presso la Colonia dell’Opera Pontificia Diocesana di Bologna a Dobbiaco.

Giulio, che seppe vedere e guidare me e Manuela quando forse nemmeno noi avevamo idea di quello che sarebbe stato il nostro cammino come famiglia.

Don Giulio cui dobbiamo il nostro primo “progetto” da neo laureati, quando chiese a me a a Manuela di progettare una “Maestà” da collocare all’incrocio della strada che portava all’ingresso della chiesa di Santa Maria in Strada dove da poco era diventato parroco.

Sapeva coinvolgere gli amici sempre avendo cura di non fare favori, ma sempre solo creando occasioni, opportunità che stava poi alla libertà di ciascuno saper cogliere.

Mancherà Don Giulio, mancherà Giulio; la sua amicizia, il suo esempio, il suo insegnamento resteranno nelle vite di tutti coloro che ha incontrato.

Certamente nella mia.

Ciao Giulio, mi mancano i tuoi giochi di prestigio, con i quali mi stupivi, traendo da quello stupore bambino una scintillante felicità.

Stefano Manservisi

Mentre tutto tace …

Noi ci siamo !!!

Ci siamo, siamo ancora qui e se non possiamo riprendere fisicamente la nostra attività in Tanzania e nemmeno in Italia (ancora per un paio di mesi almeno), siamo comunque ancora qui per tenere accesa la fiammella della speranza.

Speranza di superare questo brutto momento, innanzi tutto, speranza che anche i nostri amici in Tanzania lo possano superare senza doverne pagare il conto così alto che abbiamo dovuto sopportare noi.

SCSF in questi due difficilissimi anni ha perso diversi amici; partenze che anche se non tutte direttamente legate alla pandemia, hanno fiaccato le nostre energie e messo a dura prova la nostra speranza.

Tuttavia proprio per questo siamo ancora qui, proprio per tenere accesa la luce della speranza nella certezza che la Provvidenza aiuterà coloro che tanto si sono impegnati nel giusto.

Gianfranco (il mio amato papà, cui tutto devo, assieme alla mamma AnnaMaria) che ci ha lasciato proprio oggi ormai sei anni fa nel 2014, mi diceva sempre, soprattutto ogni volta che qualcuno invocava la divina Provvidenza: “Ricordati, Stefano, che la Provvidenza ti aiuta per il trenta per cento, il restante settanta devi metterlo tu !” Non ho dimenticato i suoi insegnamenti e posso dire, a me stesso, a tutti voi amici di Solidarietà, che Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere il proprio “settanta per cento” lo ha fatto fino in fondo e oltre !!!

Certo, di tutto questo impegno ne dobbiamo riconoscere gran parte al Professor Edgardo Monari che per questo ha donato tutto se stesso e lasciato le sue sostanze per proseguire, tutto ciò che è stato fatto e donato alla Diocesi di Iringa dovrà essere compiuto.

Adesso che le risorse, le nostre, sono ormai esaurite, tutte impiegate per quell’andare “oltre” cui Edgardo Monari chiedeva di perseguire, agli amici di solidarietà, nel suo testamento, lasciando la guida della sua associazione all’amico Gianfranco; adesso, dicevo, il nostro compito, il compito di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere è esattamente questo:

  1. tenera accesa la speranza nei momenti difficili;
  2. vigilare e sostenere il progetto “pane, acqua, salute, istruzione, lavoro”, ora saldamente nelle mani della Diocesi di Iringa, affinché possa giungere a conclusione e proseguire lungo il sentiero tracciato da Edgardo Monari;
  3. proseguire e sostenere con tutte le nostre risorse il cammino “a piccoli passi” di SCSF;
  4. conservare il ricordo e l’esperienza della generosità di tutti coloro che hanno donato il loro impegno di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere nel tempo.

Confidando nel pieno superamento dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da covid-19, entro il prossimo mese di ottobre 2021, convocheremo finalmente l’assemblea dei soci e degli amici di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere per fare il punto della situazione dopo questi due anni di parziale inattività e tracciare la strada per i prossimi 4 anni, essendo l’attuale consiglio direttivo ormai giunto al termine del suo mandato.

Cari amici, ho ora una richiesta personale da fare a ciascuno di voi:
in questi giorni di speranza e finalmente di ripresa (oserei quasi dire di “risurrezione”) vi chiedo di trovare un attimo per rivolgere un pensiero o semplicemente per recuperare dalla vostra memoria un ricordo di chi ci ha preceduto in questa avventura: Edgardo, Gianfranco, Don Giovanni, Don Tarcisio, Mario, Angelo e tutti gli altri che qui intendo ricordare uno ad uno.

Infine, nel giorno dell’anniversario del suo ritorno alla Casa del Padre, rivolgo un affettuoso pensiero al mio papà che assieme alla mamma ancora fanno il possibile per aiutare e guidare con il loro esempio, insegnamento e ispirazione il mio cammino quaggiù. Sarò loro eternamente grato per ciò che sono riuscito e riuscirò a fare di buono (ciò che non ho fatto di buono, temo sia invece tutta farina del mio sacco e ne chiedo perdono).

Gianfranco ci saluta dalla terrazza del Seminario di Tosamaganga dove eravamo ospiti di Padre Salvador Del Molino

Ciao papà, ciao mamma, vi abbraccio.

E un saluto a tutti gli amici che leggono queste parole nella speranza che non restino “nel vuoto”.

A presto

Stefano Manservisi

S. Natale 2020 – Lettera agli Amici di Solidarietà

Bologna 18 dicembre 2020

Cari amici e soci di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere,

è per me complicato raccontarvi in breve questo 2020 che nessuno di noi avrebbe potuto prevedere così difficile.

Prima di tutto permettetemi un ricordo degli amici che ci hanno recentemente lasciato.

Prima l’amico Mario Canali, con noi fin dall’inizio del progetto “Pane, Acqua, salute, Istruzione, Lavoro”. Il suo impegno è stato fondamentale, prima per alleviare la sofferenza del professor Monari quando, già gravemente ammalato, non volle rinunciare alla sua presenza in Tanzania; poi così prezioso nel condurre Gianfranco (e ma) per mano nel difficile avvicendamento alla guida di Solidarietà ed infine nella difficoltosa organizzazione del cantiere.

Poi (solo cronologicamente) Don Tarcisio Nardelli, un altro dei padri che la nostra associazione ha perso in questi ultimi anni, stimolo originario dell’impegno del suo amico Edgardo in Africa, non ha mai smesso di seguire, sostenere ed anche correggere quando ne ravvisò la necessità, il nostro cammino fino all’ultimo incontro in Consiglio poco prima di essere ricoverato.

Recuperare la lucidità necessaria per proseguire il nostro cammino non è stato facile dopo questi duri colpi ma la consapevolezza che certamente ora Don Tarcisio continua a seguirci ed a indicarci il percorso, soprattutto ora che si è riunito ai suoi amici Edgardo, Giovanni e Gianfranco. 

La situazione attuale è ben nota a tutti voi, nonostante ciò siamo riusciti ad andare avanti e compiere alcuni altri “piccoli passi”, come amava dire il Prof. Monari. Cercherò di riassumerli qui di seguito.

Il completamento dell’impianto idroelettrico, vero “motore” del progetto Idroelettrico Integrato “pane, acqua, salute, istruzione, lavoro” è attualmente dipendente da due fattori imprescindibili: primo, il reperimento, da parte della Diocesi di Iringa (quale ente titolare del progetto in Tanzania), del finanziamento locale necessario al completamento, per il quale necessaria la stipula di un accordo preliminare con il Governo della Tanzania, (poiché in Tanzania la “distribuzione” dell’energia non è completamente libera e deve essere regolata secondo le normative locali); secondo motivo è appunto legato al superamento delle difficoltà burocratiche per arrivare alla firma degli accordi con il governo per il conferimento dell’energia in eccesso alla rete nazionale e per la successiva distribuzione locale secondo accordi specifici.

Manca davvero poco affinché la luce possa essere accesa sulle nostre montagne e le risorse che ne deriveranno possano quindi essere impiegate per ciò cui questo ambizioso progetto mira, ovvero il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie delle persone che vivono su quelle montagne.

Sapevamo anche che proprio questo ultimo passaggio sarebbe stato il più difficile perché non più unicamente legato alla nostra disponibilità e volontà ma caratterizzato dal passaggio di consegne verso la Diocesi di Iringa, ovvero coloro che in effetti saranno i reali beneficiari del progetto. Come è giusto che sia.

Siamo quindi arrivati al momento in cui sarà la Diocesi di Iringa a prendere in carico il progetto per inserirlo nel solco delle leggi e delle normative locali, ruolo guida cui essa era destinata sin dall’inizio e verso il quale noi ora ricopriamo un ruolo prevalentemente di supporto e vigilanza affinché il lavoro sin qui fatto non vada disperso e affinché le risorse che ne deriveranno siano utilizzate secondo la volontà e lo scopo originario del progetto.

Dopo la fatica non solo fisica di questi ultimi mesi sono felice di potervi informare che l’8 dicembre scorso, Padre Luciano Mpoma, per conto della Diocesi di Iringa ha firmato presso la sede governativa di Dodoma la convenzione per la fornitura di energia elettrica alla rete nazionale della Tanzania.

Questo impegno formale dovrebbe mettere finalmente la Diocesi di Iringa in condizioni di ottenere i finanziamenti necessari a commissionare gli ultimi allestimenti in centrale e gli allacciamenti alla rete nazionale per la definitiva messa in esercizio dell’impianto.

C’è ancora molto lavoro da faretre arrivare al traguardo, manca ancora pochi piccoli passi, ma sono i più impegnativi ed arrivano quando inevitabilmente le nostre risorse umane, economiche e anche emotive (consentitemi) sono notevolmente ridotte, proprio perchè le abbiamo investite tutto nel lavoro che ci eravamo impegnati a fare. Ora le nostre competenze si riducono, giustamente, per lasciare il passo a chi sul piano tecnico e burocratico deve farsi carico di avviare e gestire un progetto così impegnativo e complesso, tuttavia noi abbiamo l’onere di affiancare la Diocesi di Iringa proprio in questo ultimo percorso.

Speriamo e ci impegnano affinché, superati i vincoli di questa sciagurata emergenza sanitaria globale e quelli forse ancora più avvilenti (in quanto ancora meno comprensibili a noi) della burocrazia africana, si possa riprendere l’attività, completare il progetto ed accendere la luce.

Padre Luciano Mpoma per la Diocesi di Iringa firma l’accordo per collegare l’impianto di Madge alla rete elettrica Nazionale

Anche il nostro impegno per il sostegno ai bambini albini abbandonati di Tabora, assieme alla Diocesi locale, alle Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata di Picenza (e ora anche di Tabora), alla associazione Progetto Agata Smeralda di Firenze e al Comitato dei genitori della parrocchia St. Mary Mother of God di Cheyo a Tabora, è proseguito durante questo anno con il sostegno tecnico alla costruzione delle prime quattro classi della scuola primaria voluta Diocesi

La scuola, realizzata dalla Parrocchia di Cheyo con fondi provenienti dalla associazione Agata Smeralda, raccolti attraverso la campagna attivata dalla trasmissione televisiva “Le Iene” è ora parte integrante del progetto educativo di inclusione ed educazione alla diversità per il re-inserimento sociale dei bambini albini.

Molte famiglie locali hanno aderito al progetto ed hanno voluto iscrivere i propri figli alla scuola materna delle Suore e alla Scuola Elementare della parrocchia di Cheyo dove frequenteranno assieme ai bambini albini ospiti della casa di accoglienza fornendo quindi contemporaneamente sostegno economico alla conduzione delle due scuole e concretezza al progetto educativo reciproco.

Lo sviluppo economico in Tanzania (che resta purtroppo ai primi posti della graduatoria delle nazioni più povere della terra) pone alcune delle famiglie che hanno la fortuna di avere un lavoro abbastanza stabile per entrambi i genitori, nella necessità di trovare strutture alle quali affidare con fiducia i propri figli e la loro istruzione. La Tanzania, ed in particolare proprio la regione di Tabora, pur avendo nominalmente uno dei tassi di scolarizzazione più alto tra i paesi dell’Africa sub-sahariana, soffre in realtà di una carenza cronica nella qualità dell’istruzione stessa. Proprio all’interno di questa situazione il percorso educativo proposto dalla scuola materna (istituzione attualmente totalmente assente in ambito pubblico in Tanzania) a quella primaria (per ora) dal progetto di Tabora costituiscono una alternativa di eccellenza accessibile a molte famiglie che sono ben felici di affidare a queste istituzione l’educazione dei loro figli.

Il nostro impegno si è poi concretizzando a novembre dando seguito concreto alle risorse che ci sono state affidate da tanti amici durante le attività e gli incontri che abbiamo organizzato dal 2016 ad oggi.

Sono stati raccolti circa 4.500 €uro destinati specificamente per il sostegno dei bambini albini di Tabora e che sono serviti per l’acquisto di un piccolo pulmino da utilizzare come ScuolaBus per venire incontro alle famiglie più lontane ed ai bambini più piccoli e fare in modo che possano raggiungere la scuola materna e la scuola elementare in sicurezza.

Il pulmino usato è stato acquistato direttamente da noi sul posto con l’aiuto del nostro caro amico e prezioso socio in Dar es Salaam, l’Ing. Asghedom Woldeghiorghis che ci segue e ci aiuta sin dall’inizio della nostra attività a Usokami e che di fatto ha diretto la costruzione della casa di Tabora.

Il pulmino è stato acquistato in accordo con la Diocesi di Tabora, con la parrocchia e con le Suore e sarà a servizio sia della scuola materna che della scuola elementare.

Infine due parole sulla nostra associazione. Purtroppo l’emergenza sanitaria in corso ci ha impedito, per obbligo e per opportunità, di ottemperare agli obblighi sociali e di incontrarci per l’assemblea annuale che d’accordo con i consiglieri è stata rimandata alla prima occasione possibile per poterla condurre in presenza e in serenità. Sarà una occasione molto importante per Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere, perché dovremo approvare le variazioni statutarie che assieme ai consiglieri stiamo approntando, per traghettare SCSF all’interno delle nuove regole che ora in Italia governano il “terzo settore” e quindi anche le associazioni di volontariato come la nostra, inoltre sarà anche l’occasione per rinnovare le cariche del consiglio direttivo che sono in scadenza con la fine del 2020.

Il nostro impegno resta immutato nella convinzione che proprio nei momenti difficili la Solidarietà e la Cooperazione siano le uniche risorse che abbiamo per poter proseguire il nostro cammino assieme, a piccoli passi come ci ha insegnato il nostro fondatore Edgardo Monari.

Vi ringrazio per il vostro tempo e per il vostro sostegno, per la attenzione e la disponibilità con le quali ci seguite e dal profondo del cuore faccio a tutti voi, alle vostre famiglie ed alle persone a voi più care i più sentiti e sinceri auguri di Buon Natale, nella speranza che possa portare Pace, Serenità e Salute a tutta la terra e che il prossimo anno possa essere davvero un anno di rinascita e ripartenza, tutti assieme.

AUGURI A TUTTI VOI AMICI DI SOLIDARIETA’!

Stefano Manservisi

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Grazie!

Un altro piccolo, grande passo

Martedì 8 dicembre 2020 Padre Luciano Mpoma a nome della Diocesi di Iringa, in veste di Direttore della Lung’ali Natural Resources ltd (onlus della Diocesi di Iringa fondata alcuni anno or sono per volontà del suo Arcivescovo, Rev. Mons. Tarcisius Ngalalekumtwa proprio allo scopo di amministrare l’impianto che stiamo realizzando nell’ambito del progetto originario “Pane, Acqua, Salute, Istruzione, Lavoro” voluto ed iniziato dal Professor Edgardo Monari) ha firmato il rinnovo dell’accordo che impegna il Governo della Tanzania, attraverso la compagnia elettrica nazionale (TANESCO), ad acquistare l’energia in surplus prodotta dall’impianto ora di proprietà della Diocesi di Iringa per il tramite della Lung’ali Natural Resources ltd, permettendo così al progetto di autosostentarsi anche in futuro.

Padre Luciano Mpoma (a sinistra) firma assieme ai tecnici della TANESCO (compagnia elettrica nazionale della Tanzania) l’accordo per il conferimento della energia elettrica in surplus che verrà prodotta dall’impianto di Madege appena questo sarà ultimato e collaudato.

Si tratta di un passo molto importante verso il completamento e la messa in esercizio dell’impianto che porterà sviluppo e concrete opportunità per il miglioramento delle condizioni di vita delle persone e delle famiglie che vivono sulle montagne dell’altopiano di Iringa che fa parte del territorio delle omonima arcidiocesi.

Tanto più importante in quanto necessario per consentire alla Diocesi di acquisire i fondi necessari proprio per il completamento dell’impianto che dopo tanti anni di lavoro e sacrifici è ormai a un passo dalla messa in esercizio.

Ci auguriamo che dopo quasi due anni di difficoltà tecniche e burocratiche, questo possa essere finalmente il primo segnale di una ripresa imminente per il raggiungimento di questo importante traguardo che ci permetterà di lasciare nelle mani della Diocesi uno strutto importante di sviluppo a favore delle famiglie come, con visionaria lungimiranza, aveva previsto il Professor Edgardo Minari, fondatore della nostra associazione e ideatore di questo importante progetto di promozione umana.

Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere proseguirà l’attività di supporto e affiancamento assieme ai tecnici della Brulli di Reggio Emilia che hanno supportato e seguito questo progetto sin dalle prime fasi di sviluppo, fino al suo completamento ed alla messa in esercizio.

Under the Mango Tree … school-bus

Grazie !

Grazie agli amici di Solidarietà che con i loro contributi e la fiducia accortatici hanno contribuito all’acquisto di un piccolo scuola-bus per il progetto Under the Mango Tree.

Il piccolo munibus, che sarà al servizio della scuola materna gestita dalle Suore della Provvidenza e della scuola elementare gestita dalla parrocchia di St. Mary Mother of God, consentirà di agevolare l’accesso a scuola soprattutto per i bambini più piccoli e più lontani dalla scuola.

Dopo numerose richieste e verifiche abbiamo concordato, assieme alle altre associazioni che con noi seguono e supportano il progetto “Under the Mango Tree” per l’accoglienza e l’educazione dei bambini albini abbandonati di Cheyo a Tabora, di dotare le due scole, che fanno parte del progetto, di un primo economico strumento per agevolare l’accesso alla scuola in particolare delle famiglie che hanno deciso di iscrivere i loro bambini nelle scuole che accolgono anche (non solo !) i bambini albini ospiti della casa delle Suore della Provvidenza, condividendone lo spirito di inclusione e di educazione alla accettazione e valorizzazione delle diversità.

Una occasione di accogliere questi ultimi tra i piccoli per ridare loro il calore di una famiglia, inserendoli in una comunità che ha, in questo modo, l’opportunità di educare i propri figli assieme a loro per imparare ad accettare la diversità come valore reciproco, evitando di cadere nelle trappole feroci della superstizione dell’ignoranza.

In molti, per 4 anni dal 2016 al 2019, ci avete affidato il vostro contributo a favore dei bambini di Tabora. Durante questo strano e difficile 2020, dopo molti scambi di opinioni con le altre associazioni che seguono il progetto e d’accordo con le direzioni delle due scuole, abbiamo deciso il contributo da parte di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere sarebbe stato quello dare sostegno al progetto scuola-bus.

Dobbiamo ringraziare l’amico Ing. John Asghedom Woldeghiorghis, nostro socio residente a Dar es Salaam che ci ha consentito di selezionare il veicolo adatto concordandone l’acquisto con la approvazione della Parrocchia e della Diocesi (cui sarà intestato ed assicurato secondo gli obblighi locali).

Si tratta di un piccolo contributo iniziale i cui costi di gestione saranno sostenuti dalle quote delle famiglie che (potendo contribuire) usufruiranno del servizio, assieme al comitato locale di sostegno ai bambini albini per le quote relative ai bambini ospiti della casa e assieme alle Suore della Provvidenza che con la comunità parrocchiale si divideranno gli oneri delle eventuali manutenzioni straordinarie future.

Siamo felici di essere riusciti a fare qualcosa di molto utile anche in questo anno difficile, e lo abbiamo fatto con il vostro aiuto.

Ancora grazie a tutti voi per la vostra generosità ! Continuate a sostenere i nostri progetti.

Don Tarcisio

Mi risulta difficile scrivere di un altro amico che ci ha lasciato, una persona speciale, non comune.

L’attraversata di questi ultimi due anni è decisamente difficoltosa, prima la bonaccia di una impotente ma impegnativa (negli infiniti tentativi di remare comunque verso la riva senza il vento) attesa del dipanarsi di questioni complesse tra burocrazia e finanza (entrambi ambiti a noi così estranei nel bene e nel male!) poi la tempesta di questa pandemia che ci taglia il fiato e le energie.

Davvero, mi risulta difficile parlare ancora una volta di una perdita. Tanto più in quanto è la perdita più che di un amico, di un padre.

Don Tarcisio Nardelli, per me semplicemente Don Tarcisio, ci ha lasciato domenica scorsa a causa di questa nuova e subdola malattia.

Conobbi Don Tarcisio nel settembre del 1976 in Friuli quando, quattordicenne, accompagnai i miei genitori assieme al Prof. Monari per contribuire alla costruzione delle casette per le famiglie colpite dal terremoto. L’iniziativa partì dalla Caritas di Bologna con Don Tarcisio, che chiamò il suo amico Edgardo per aiutarlo. Non dimenticherò l’esperienza fatta per le vie di Gemona camminando assieme ai miei genitori che discutevano sul da farsi assieme al Prof. Monari e a Don Tarcisio, mentre la terra ancora tremava.

Anni dopo, nel 1984, lo incontrai ancora a Usokami, dove andai quell’anno la prima volta, sempre assieme al Prof. Monari, per fare con Felice Monaco e Marco Del Duca il rilievo strumentale dell’area dove sarebbe sorta la diga sul fiume Mafufumwe per portare l’energia elettrica alla Missione di Usokami presso la quale Don Tarcisio Nardelli era Padre Missionario per la Diocesi di Bologna.

Fu proprio Don Tarcisio, assieme al Prof. Monari ad accompagnarmi nella scoperta di quel mondo per me allora così lontano e sconosciuto.

Fu proprio Don Tarcisio, chiedendo aiuto al suo amico Edgardo per portare l’energia elettrica all’allora dispensario della missione di Usokami, a dare inizio alla avventura africana nella quale ancora siamo coinvolti e che ci ha dato l’opportunità di conoscere e crescere in questa difficile e faticosa ma contemporaneamente giusta ed entusiasmante esperienza di Solidarietà.

Ho ritrovato Don Tarcisio a Bologna quando chiamò mio babbo, Gianfranco, suo amico, per aiutarlo ad occuparsi delle questioni tecniche mentre io ancora studente universitario, muovevo i primi passi nel mondo della professione al suo fianco.

Don Tarcisio con il suo pensiero, le sue parole ed il suo esempio è sempre stato un riferimento, spesso una boa sicura, per mantenere la rotta nel lungo cammino con Solidarietà in Tanzania, soprattutto dopo la scomparsa di Edgardo, Gianfranco e di Don Giovanni, quando mi sono ritrovato con la responsabilità diretta della conduzione di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere.

Proprio a lui mi rivolsi, da poco investito di questa responsabilità, all’indomani della scomparsa di Don Giovanni, sentendo che l’associazione era rimasta ancora una volta orfana di uno dei suoi padri, per farci da Padre Spirituale ed aiutarci (aiutarmi) nella nostra (mia) difficoltà per proseguire il nostro cammino “a piccoli passi”.

Ricordo bene le sue parole di disponibilità nonostante i tanti impegni e l’età; ricordo le sue parole ed i suggerimenti preziosi, soprattutto in questi ultimi anni difficili.

Ho negli occhi e nelle orecchie l’entusiasmo e la determinazione concreta delle sue parole e delle sue preghiere ai nostri incontri e nelle sue “omelie” online, così concrete e vicine, in questo periodo di segregazione sociale durante il quale proprio gli uomini e religiosi come lui hanno continuato a fare da “ponte” tra le persone, soprattutto con quelle più deboli, disagiate ed in difficoltà, fino a rischiare ed infine sacrificare la propria salute la propria vita.

Ciao Don Tarcisio, ci mancherai ! Mi mancherai ! Mi mancheranno le tue parole, i tuoi suggerimenti, la tua esperienza, e anche la tua voce, così incredibilmente e contemporaneamente forte e dolce.

Ho un’ultima preghiera da farti, caro Don Tarcisio, un altro favore da chiederti, ora che certamente sei nella casa del Padre Nostro assieme a tutti i giusti ed in particolare al fianco di Edgardo, Gianfranco, Don Giovanni: assieme a loro continuate a sostenerci a darci la forza e la capacità di proseguire il cammino che avete tracciato, illuminate gli amici che assieme a noi stanno percorrendo questo ultimo difficoltoso tratto, aiutateci a portarlo a compimento.

Un abbraccio, forte

Stefano

Amici

Condivido con voi il ricordo di Mario che mi ha mandato l’amico Giuliano.

“Sto riflettendo anche sul fatto che la comunità di Solidarietà “nel regno dei cieli” si sta ingrossando sempre più. Se si coalizzano per chiedere al Padre comune di farci la grazia di ultimare i lavori della centrale sono convinto che questo aiuto indispensabile ci perverrà.    

Ho conosciuto Mario quando la sua attività in Tanzania per la costruzione della centrale idroelettrica di Madege era già in atto da molto tempo.

Subito ho apprezzato il suo impegno a tutto campo per la competenza nella organizzazione e la gestione dei lavori, il collegamento con i progettisti a Bologna per ricevere il benestare a soluzioni che Lui aveva studiato per risolvere problemi che emergevano e sopratutto nel non facile compito relazionale con le strutture africane per ottenere i rifornimenti in tempo per non arrestare i lavori del cantiere.

Nelle riunioni a Bologna, con la lucidità tipica di chi ha sotto controllo l’intera situazione, esponeva l’avanzamento dei lavori, quanto rimaneva da fare e le criticità ancora da superare da consentire anche a chi non era mai stato in loco di avere una chiara immagine della realtà.

Nonostante il suo carattere all’apparenza severo ed esigente aveva un cuore grande verso i lavoratori africani da considerarli come suoi famigliari.

Sono certo che sia stato per Lui un grande rammarico vedersi negare dalla malattia la possibilità di ritornare in Africa, ma sopratutto non aver potuto sapere dell’ultimazione della Centrale”

Giuliano 

Mario Canali

Un altro amico di Solidarietà si è unito a Don Giovanni, a Gianfranco e a Edgardo assieme agli altri che li hanno preceduti.

Noi che restiamo caparbiamente qui, cercando di tenere accesa la fiamma che ardeva in Monari e che aveva acceso anche l’amico Mario Canali, nonostante lui abbia dovuto allontanarsi dalle attività africane per dedicarsi alla sua salute personale, potremo continuare a fare tesoro della sua esperienza e del suo entusiasmo e di quanto di buono egli abbia concretamente fatto negli anni durante i quali ha potuto dedicarsi ai progetti di Solidarietà in Tanzania, prima sulle orme del prof. Monari poi prendendosi carico di trasferirne il testimone a Gianfranco poi anche a me.

Mario Canali ci ha lasciato la scorsa settimana, all’improvviso, e nonostante la tristezza per la perdita di un amico che tanto si è dedicato ai nostri progetti (ed anche personalmente a me aiutandomi a comprendere l’Africa nella quale sono stato chiamato a condurre la nostra associazione), mi piacerebbe poterlo ricordare qui assieme a coloro che lo hanno conosciuto e ne hanno condiviso impegno, entusiasmo e fatiche in Tanzania e anche in Italia.

Dopo il rientro dal suo ultimo viaggio in Tanzania, come purtroppo capita anche nelle amicizie più strette ci eravamo lentamente e reciprocamente allontanati su sentieri differenti. Ciò non toglie tuttavia valore all’impegno, all’entusiasmo dell’opera di Mario in Tanzania seguendo i progetti di Solidarietà per aiutare gli amici che a noi (e quindi anche a lui che era fisicamente con loro) si rivolgevano con fiducia.

Una fiducia reciproca che abbiamo il dovere di mantenere viva nonostante le difficoltà che da ormai quasi due anni hanno rallentato il nostro impegno in Tanzania.

Chiedo a chiunque di voi legga queste inadeguate parole in ricordo di un amico che è corso avanti, di condividere con tutti noi i ricordi dei momenti trascorsi assieme a Mario Canali in Tanzania o in Italia per poterli poi raccogliere qui e condividere con chi lo ha conosciuto e per conservarne memoria ed esempio.

Grazie Mario di tutto quello che ha dato e fatto per Solidarietà, per gli amici africani, per Monari, per Gianfranco e anche per me !

Un abbraccio forte.

Stefano

Covid-19, Aggiornamenti dalla Tanzania

Cari amici, purtroppo dopo pochi giorni il nostro amico Pius ci ha mandato un nuovo aggiornamento e non sono buone notizie.

Come la settimana scorsa, di seguito trovate le sue parole e poi la traduzione e alla fine anche alcuni link alle ultime notizie che ho trovato a proposito della situazione in Tanzania.

” hello brothers and sisters I hope you saw my article I sent you two days ago … but was briefly i told you about how our government have been trying to fight against covid from the early infenction report were reporting every 24hrs but up today we don’t have any report about how many people got infenction from last report of 299 people and 37 cured. We dont have any news about four days and government is very strict to people who are sharing an information about infenction.
For me it seems like we just making battle on darkness place without torch … and every support which government have been supported with doners they have been directed to health workers and covid 19 equipments just to be stand by like a goal while for the time being an infenction to the society growing so fast … and no body speaking and there is strange death in cities famous people dying and government instruct people to do funeral with few people … and no body says the cause of it. Now we are in big worry who is going to win this battle … i told you about people suffering even to get prevention equipment like musk, gloves, and sanitizers for instance one musk can cost nearly 1euro this is too much for poor people…
I know we are at same problem please brothers and sisters lets try to save life if possible …
lets cry together tomorrow we will laugh …
Pius “

” Ciao fratelli e sorelle spero che abbiate letto l’articolo inviato due giorni fa … dove in breve ho detto di come il governo sta cercando di combattere contro il covid dalle comunicazioni delle prime infezioni fino ai report ogni 24 ore, ma ad oggi non abbiamo notizie di quante persone sono rimaste infette dall’ultima comunicazione di 299 persone e 37 guariti. Non abbiamo notizie da circa quattro giorni ed il governo restringe molto le informazioni sulla infezione.
Per me è come combattere una battaglia al buio senza torce … ogni aiuto che il governo ha ricevuto dai donatori è stato dato agli operatori sanitari e per gli equipaggiamenti per il covid-19 come in attesa che l’infezione cresca in fretta tra le persone … nessuno parla e ci sono strane morti nelle città, persone famose muoiono e il governo da istruzioni per fare il funerale con poca gente … e nessuno dice la causa. Ora siamo molto preoccupati su chi riuscirà a vincere questa battaglia … vi ho detto di come le persone faticano anche a trovare gli strumenti di protezione come maschere, guanti e disinfettanti, per esempio una maschera può costare quasi 1 euro, troppo per la povera gente …
So che siamo tutti nello stesso problema, per favore fratelli e sorelle provate a salvare delle vite se possibile …
piangiamo assieme oggi sorrideremo poi …
Pius “

In sostanza una garbata richiesta di aiuto che non possiamo lasciar cadere nel vuoto nonostante le nostre difficoltà.

Nei prossimi giorni vedremo se nonostante la nostra temporanea immobilità posiamo fare qualcosa di minimamente utile, direttamente o indirettamente.

Ogni aiuto o suggerimento è bene accetto.

Di seguito alcuni aggiornamenti sulla situazione in Tanzania raccolti da internet.

Il primo suggerito proprio dall’amico Pius via whatsapp:

L’articolo ripreso da un portale generalista riporta della morte del Ministro degli Affari Costituzionali della Tanzania Dr Augustine Mahiga, originario della regione di Iringa, senza dare dettagli sulle cause della morte, lasciando quindi ancora più aperta la strada a dubbi ed illazioni incontrollate.

Quelli che seguono sono invece riferimenti raccolta in internet.

Dal portale della BBC (sempre molto aggiornato ed attendibile sull’Africa) : “Night burials amid Tanzania’s coronavirus defiance” sulle sepolture notturne durante la lotta contro il virus in Tanzania.

Dal portale di notizie sulla Tanzania “Tanzanian Affairs” un report sulle prime fasi dell’epidemia nel paese e delle prime reazioni del governo locale.

Coronavirus in Tanzania

Cari amici di Solidarietà oggi voglio condividere con voi le parole di un nostro amico africano da Tabora: Mr. Pius Mgunda, civil engineer, che ha di fatto costruito la scuola materna del progetto Under the Mango Tree per l’accoglienza dei bambini albini abbandonati a Tabora in Tanzania.

Sue sono anche le decorazioni in stile Tingatinga della scuola materna progettata da Gruppozero per SCSF e condotta delle Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata di Piacenza di Tabora, realizzata con la direzione dei lavori di Mr. Pius Mgunda

Under the Mango Tree project, scuola materna delle Suore della Provvidenza per i bambini albini abbandonati a Tabora

Con Pius siamo rimasti in contatto utilizzando i social network, per scambiarci pareri e sostegno in questo momento difficile.

Infatti le conseguenze economiche dell’epidemia di Covid-19 non si sono fatte attendere nemmeno in Africa e in Tanzania, dove forse sono addirittura cominciate prima di quelle sanitarie togliendo lavoro e possibilità di sussistenza a molte famiglie. Lo stesso Pus mi ha fatto sapere che anche lui al momento è senza lavoro a Tabora e sta progettando di spostarsi fuori dalla città per cercare di evitare il contagio ed avere forse qualche opportunità di lavoro in più.

Anche per questo, qualche giorno fa chiesi a Pius Mgunda di scrivere qualche riga per raccontare la situazione in Tanzania come viene vista dalle persone.

Questa mattina ho ricevuto la sua risposta.

Come potrete leggere non c’è molto da aggiungere, se non sperare che i numeri non crescano ai livelli europei e statunitensi e che in Africa ci sia in effetti una qualche resistenza maggiore alla diffusione del virus, perché le possibilità di arginare una epidemia che raggiunga i nostri numeri, in Africa avrebbe conseguenze catastrofiche i cui effetti si riverbereranno inevitabilmente in tutto il mondo.

Quelle che seguono sono le sue parole (che trovate sotto anche in italiano, tradotte da me), credo sarebbe utile se anche voi poteste condividere il vostro pensiero, le vostre esperienze o anche solo il vostro sostegno:

It had begun like jokes through social media about chines eats insects, snakes, scorpion etc.

People in africa especially from my country were sharing some videos in social media … and believed that was the cause of corona … and that is for chines …

When an infection spreaded in Europe people were busy on spreading wrong information about covid-19, some said this virus cant persist on africa temperature, which was wrong.

I’m lucky because i have plenty of friends around the world and some of them are doctors in Netherlands, France and Belgium and some of them are friends in Italy … all of them have been telling me to stay safe … by then when we got first patient and more now we have about 257 cases and ten death.

I’m just afraid if this will be the end bearing in mind an information of infection have been reported by minister of health every 24hrs

Some of people suggested to our government to make control of infection by making lockdown some of cities which got virus cases early … but government refused to do and now the infection is all around the country … and our health minister has instructed people to wash hand with soap regularly and avoid crowd but our president refused to close churches and mosques and said god has power to stop the virus so we need to keep praying and if we get infection we can even use to boil some local medicine and inhale its steam …

I dont know if we can survive so please brothers and sisters lets share the right expirience of these virus pandemic!

last but least … here in africa some of people cant afford even the cost of musk some of them have begun to use breast garment as musk …

Please lets stand crying today we will lough tommorow …

Pius.


Tutto è iniziato come uno scherzo sui social a proposito dei cinesi che mangiano insetti, serpenti, scorpioni, ecc…

La gente in Africa, specialmente nel mio paese, condivideva video sui social media … e credeva che fosse la causa del corona … e the fosse per i cinesi …

Quando l’infezione si è diffusa in Europa le persone erano impegnate a diffondere notizie sbagliate sul covid-19, alcuni dicevano che il virus non poteva resistere alle temperature africane, ma sbagliavano.

Io sono fortunato perché ho molti amici nel mondo alcuni dei quali sono medici in Olanda, Francia e Belgio … a alcuni in Italia … tutti mi dicono di stare al sicuro … da quando abbiamo avuto il primo caso ad ora abbiamo 257 casi e dieci morti

Temo che sia la fine anche in considerazione che il ministero comunica informazioni di infezioni ogni 24 ore.

Alcuni avevano suggerito al governo di controllare l’infezione bloccando le città appena si manifestarono i primi casi … ma il governo si rifiutò di farlo e adesso l’infezione è in tutto il paese … e il nostro ministero della salute ha dato istruzioni alle persone di lavarsi le mani con il sapone regolarmente ed evitare assembramenti ma il presidente ha rifiutato di chiudere chiese e moschee e ha detto che Dio ha il potere di fermare il virus e quindi che abbiamo bisogno di continuare a pregare e che se prendiamo l’infezione possiamo sempre far bollire qualche medicina locale ed inalarne i vapori.

Non so se potremo sopravvivere, perciò fratelli e sorelle, condividete le esperienze corrette su questa pandemia !

Infine ma non meno importante … qui in Africa le persone non possono permettersi nemmeno il costo delle mascherine, alcuni usano la biancheria intima come mascherine …

Resistiamo piangendo oggi per sorridere domani …

Pius.