Buon Natale !

Cari amici di Solidarietà,sul finire di questo anno di Solidarietà, impegnativo ed intenso, mi fa veramente piacere fare a ciascuno di voi, di cuore, gli Auguri di Buon Natale, perché possa trascorrere in serenità con le persone a voi care, e magari per trovare un momento di preghiera o di raccoglimento, secondo la sensibilità di ciascuno, per ricordare e ritrovare i motivi profondi che ci legano ai nostri amici in Tanzania, alle loro famiglie, alle loro vite, e per trovare nuova energia e determinazione per proseguire il nostro impegno di Solidarietà in un nuovo anno che speriamo possa coronare il nostro cammino assieme alla Diocesi di Iringa e  trovare il cammino di Solidarietà “oltre” il progetto Idroelettrico.
Ancora auguri a tutti voi, buon Natale e felce anno nuovo !



Con affetto

Stefano

Un bellissimo regalo di Natale !

Il video che segue è stato girato da Padre Luciano Mpoma della Diocesi di Iringa (Tz) per documentare il trasporto della turbina donata da SCSFong al Progetto Idroelettrico Integrato Hi Project per dare accesso all’energia ai villaggi dell’altopiano di Iringa in Tanzania !
Il progetto, voluto ed iniziato dal Professor Edgardo Monari, fondatore di  Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere o.n.g. di Bologna, assieme alla Roman Catholic Diocese of Iringa con l’aiuto della BRULLI ENERGIA di Reggio Emilia, sta portando a compimento la realizzazione di un impianto idroelettrico per dare accesso all’energia alle famiglie ed alle attività che popolano le montagne dell’autopiano di Iringa, secondo criteri ed etica di sostenibilità sociale, ambientale ed economica.

Per una volta l’energia non passerà sulle teste delle persone per essere venduta a chi ha già risorse ma servirà per dare una risorsa ed una opportunità di sviluppo e promozione umana direttamente alle persone, alle famiglie ed ai lavoratori che popolano le montagne dove scorre l’acqua del fiume Lukosi che alimenta l’impianto e cui fino ad ora questo diritto è stato negato.

Dobbiamo ancora compiere un piccolo ma significativo sforzo per completare il progetto sul quale finalmente potranno poi innestarsi altri progetti, altrettanto importanti ma che necessitano dell’accesso all’energia:

  • realizzazione ed elettrificazione di piccoli mulini, anche privati, per macinare il grano per il pane che le famiglie ricavano dalla coltivazione diretta dei terreni loro assegnati;
  • realizzazione delle condutture per portare l’acqua ai villaggi migliorando notevolmente non solo le condizioni di igiene ma anche di vita delle persone e soprattutto delle donne cui è affidato il compito di procurare l’acqua per le necessità familiari;
  • l’ammodernamento dei dispensari che pur presenti nella zona, non avendo accesso all’energia hanno grande difficoltà per la conservazione dei medicinali e la conduzione di ambulatori e laboratori, migliorando notevolmente le condizioni di igiene e salute;
  • possibilità di dare anche alle scuole presenti in zona accesso alla rete elettrica per migliorare la qualità dell’istruzione;
  • molti altri piccoli progetti anche locali per aumentare e migliorare le opportunità di lavoro;

Tutti progetti futuri ed opportunità che l’accesso all’energia prodotta da fonti rinnovabili permetterà per migliorare la condizione sociale ed umana di chi ora è costretto ad abbandonare la propria terra e la propria famiglia per cercare altrove la possibilità di avere il futuro cui hanno diritto come tutti noi.

Il progetto seguirà criteri fondamentali di sostenibilità:

Sostenibilità economica e sociale per le famiglie locali
Quello che stiamo realizzando NON è un progetto industriale o commerciale come la maggior parte dei progetti di produzione dell’energia, il nostro obiettivo (condiviso dagli altri partner del progetto) NON è quello di vendere energia per ricavarne un pur legittimo compenso, ma quello di DARE ACCESSO ALL’ENERGIA alle persone, alle famiglie ed alle attività lavorative che vivono e risiedono direttamente nell’area dove l’energia viene prodotta sfruttando la naturale e rinnovabile risorsa dell’acqua del fiume Lukosi. Naturalmente l’accesso all’energia non sarà gratuito, ma verrà introdotto un criterio di condivisione e sostegno economico da parte di chi vi potrà accedere (fatte comunque salivi i criteri di ammissibilità e di sicurezza richiesti dalle norme locali), che comunque non sarà solamente un “utilizzatore finale” ma potrà partecipare attivamente alla gestione dell’impianto secondo criteri che saranno definiti assieme alla Diocesi di Iringa che sarà il beneficiario dell’impianto che stiamo realizzando.

Sostenibilità ambientale
Il progetto è realizzato in una zona di indubbio valore naturalistico ed ambientale, dove nonostante la diffusa antropizzazione ad opera di una diffusa presenza umana consolidata dal periodo coloniale, quando le montagne più impervie delle Iringa Highlands vennero popolate dalle famiglie di chi non volle sottostare al governo coloniale tedesco che si instaurò nel capoluogo (Iringa), sopravvivono porzioni di foresta vergine ed ampie zone incontaminate ora destinate a parco naturale ma in grado di convivere con le attività umane dei numerosi villaggi sparsi per il vasto territorio dell’altopiano ad una quota variabile tra i 1600 e i 2000 metri sul livello del mare (e oltre).
Le condizioni climatiche fanno dell’altopiano di Iringa una zona fertile perché solcata da numerosi corsi d’acqua perenni, tra i quali il Lukosi, lungo il quale sorge il nostro impianto, e salubre dato che la quota e quindi il clima hanno limitato il diffondersi della malaria e di altre malattie endemiche che affliggono altre zone più calde e siccitose della Tanzania.
Ricaveremo energia pulita dalla risorsa naturale e rinnovabile fornita dall’acqua abbondante del fiume Lukosi, che scorre tutto l’anno fornendo sufficiente spinta per far girare le turbine anche nella stagione più secca,
Abbiamo quindi orientato la realizzazione dl progetto in modo da limitare per quanto possibile l’impatto dell’impianto sul territorio e sull’ambiente: il corso del lucrosi non subirà variazioni sostanziali di portata, se non in caso di periodi particolarmente secchi e per il solo tratto interessato dalla condotta, mentre a monte e a valle le caratteristiche del corso d’acqua rimarranno invariate.
L’inevitabile impatto causato dala realizzazione dell’opera e dello sbarramento sarà mitigato con l’adozione di semplici espedienti di “mimetizzazione ambientale” per quanto le risorse economiche lo potranno permettere.

Continuate a sostenerci in molti, l’ultimo sforzo è anche il più faticoso e per sopportarlo occorre condividerlo in tanti !!!

CONTRIBUITE ANCHE VOI AL COMPLETAMENTO DI QUESTO AMBIZIOSO E BELLISSIMO PROGETTO DI SOLIDARIETA’ E COOPERAZIONE SENZA FRONTIERE !

Lettera agli amici di Solidarietà 2016

Cari amici di Solidarietà,

Abbiamo trascorso un anno impegnativo e siamo già arrivati alle soglie del 2017, il Natale è vicino e le immagini che mi arrivano giusto oggi dai nostri amici volontari in Tanzania sono il più bel regalo di natale che potessi desiderare, e voglio condividerlo con voi:

Il nostro programma per il 2016 era di completare l’edificio della centrale elettrica per poter installare la turbina al coperto entro la fine dell’anno.

Sono felice e commosso nel potervi comunicare che l’obiettivo è stato raggiunto, quanto meno negli aspetti più importanti.

Il nostro impegno si avvia concretamente verso il compimento.

Il prossimo anno ci aspetta il completamento della posa delle linee elettriche, poi avremo finalmente concluso il nostro intervento diretto, dovremo “solo” affiancare ed assistere Lung’ali (la società voluta dal Vescovo della Diocesi di Iringa per prendersi carico operativamente del Progetto Idroelettrico Integrato) e Brulli Energia (la società di Reggio Emilia che da tempo ci affianca e condivide gli scopi del nostro progetto) nel completamento di quanto nelle loro competenze per arrivare ad accendere la luce (non solo quella elettrica ma anche quella dello sviluppo) nei primi villaggi collegati all’impianto di Maguta.

Voglio qui ringraziare Marco e Anna in particolare perché senza la loro disponibilità a restare in Tanzania, pressoché ininterrottamente da aprile a dicembre di quest’anno non avremmo potuto dare a Stefano, Giuseppe, Luciano, Andrea, Alex, Corrado ed Eugenio la possibilità di avvicendarsi  in cantiere.

Questo Natale ci porta anche un’altra buona notizia che riguarda il progetto di Tabora per l’accoglienza ai bambini albini abbandonati:

I due container pieni di materiali ed arredi per la realizzazione della scuola materna nell’ambito del progetto “Under the Mango Tree” sono finalmente sulla strada per Tabora. Dopo mesi di fermo a causa dei problemi doganali che hanno praticamente sospeso qualsiasi attività di approvvigionamento benefico (inteso come non commerciale), causati dalla nuova organizzazione delle dogane voluta dal governo locale, Padre Luciano (che per noi si era preso carico dello sdoganamento e del trasporto in Tanzania dei container preparati direttamente dalle Suore a Piacenza) è riuscito a completare le complicate e completamente nuove attività burocratiche e doganali. Spero di potervi comunicare presto la ripresa dei lavori di costruzione della scuola materna che erano stati sospesi proprio in attesa dei materiali donati e spediti dall’Italia.

Grazie ad Andrea, Alex, Sara e Benedetta per essere andati a Tabora con il compito di verificare l’andamento dei lavori. A Benedetta un ringraziamento speciale per avere regalato, assieme al fratello ed al futuro marito, le vacanze estive per aiutare i bambini ospiti della casa di Tabora a completare la preparazione scolastica e in inglese.

Tornando al progetto Idroelettrico, vorrei qui brevemente riepilogare per non perdere di vista la mole di lavoro fatto.

Il progetto inizia alla fine degli anni ’90, con i primi sopralluoghi condotti dal prof. Edgardo Monari assieme padre Salvador Del Molino (cui in quel momento i missionari della Consolata avevano affidato la cura della parrocchia di Madege nella Diocesi di Iringa), ad una trentina di chilometri dall’impianto appena ultimato di Usokami, sempre sulle montagne delle Iringa Higlands (altopiano di Iringa) tra i 1600 e i 2000 metri sul livello del mare in una zona impervia ma solcata dalle abbondanti acque del fiume Lukosi e diffusamente abitata dalle popolazioni che durante il periodo coloniale rifiutarono di sottostare al governo tedesco (installatosi nel capoluogo), rifugiandosi sulle montagne più impervie dell’altopiano.

Qui con caparbia ma lungimirante visione, Edgardo Monari volle iniziare la realizzazione di un impianto idroelettrico che potesse sfruttare tutta la potenzialità che “la provvidenza divina aveva posto in quelle montagne donando abbondanza di quel bene prezioso che è l’acqua” del Lukosi.

La visionaria lungimiranza di Monari stava nel fatto di avere visto, in quelle cascate gonfie di acqua, l’opportunità, per quelle persone che con fatica e prive di qualsiasi strumento, erano costrette a lavorare la terra fin da bambini rinunciando alla scuola e a percorrere ore di strada a piedi per raggiungere l’acqua, rinunciando alla famiglia ed alla salute, di poter finalmente avere il pane, l’acqua, la salute, l’istruzione ed il lavoro cui tutti gli esseri umani hanno diritto e che per ottenerli gli avevano chiesto aiuto.

In quel momento in Tanzania solo lo stato poteva produrre e distribuire energia, e quindi il progetto del prof. Monari per tutti era semplicemente: non possibile. Nonostante lo scetticismo di molti e l’opposizione forte di alcuni, riuscì a convincere la Diocesi di Iringa a sostenere il progetto ed alcuni amici a cominciarne la realizzazione.

Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere con l’aiuto e l’impegno volontario e gratuito di tanti amici ha realizzato:

  • le prime strade di accesso all’area dove esistevano solo sentieri di montagna;
  • la casa per i volontari, dotata di tutti i confort cui noi siamo abituati ed indispensabile per accogliere su quelle montagne impervie i tecnici ed i volontari che vi si sarebbero avvicendati;
  • il ponte ed i diversi guadi protetti che hanno reso possibile trasportare mezzi e materiali necessari e che le persone che vivono nei dintorni hanno potuto usare per accorciare i loro tragitti a piedi per recarsi ai mercati, a scuola, al lavoro o a raccogliere l’acqua del fiume;
  • lo sbarramento (la diga) realizzato nell’arco di quasi sei anni assieme a quasi un centinaio di lavoratori africani che si sono alternati in cantiere per realizzare una diga alta quasi 15 metri e larga una cinquantina;
  • la realizzazione in Italia, il trasporto ed il montaggio di tutte le manovre, paratie e della passerella in metallo lunga 50 metri per la manovra, ispezione e manutenzione della diga;
  • la condotta di derivazione lunga quasi un chilometro composta da 160 tubi metallici del diametro di un metro realizzati in Italia e trasportati via mare in 24 container , posizionati con l’aiuto dei nostri volontari e saldati sul posto da personale specializzato;
  • la condotta forzata ed il pozzo piezometrico che con un salto complessivo si 98 metri porta la spinta dell’acqua in centrale;
  • tutte le opere in cemento per l’ancoraggio della condotta consistenti in oltre 1000 metri cubi di cemento sempre realizzato a carriole dagli amici africani seguendo il progetto realizzato in Italia da circa una decina di tecnici amici che si sino avvicendati gratuitamente alla progettazione dell’impianto;
  • gli innumerevoli interventi di movimento del terreno realizzati per raggiungere, proteggere o predisporre la realizzazione delle diverse parti dell’impianto;
  • i quattro magazzini in acciaio e in cemento per il ricovero dei mezzi e delle attrezzature;
  • la centrale che stiamo ultimando e innumerevoli altre opere realizzate, oltre che per il progetto, anche per le tante esigenze o emergenze locali cui abbiamo sempre cercato, nei limiti del possibile, di dare risposta con spirito di solidarietà e di cooperazione.

Ora siamo vicini al completamento del nostro progetto più ambizioso, e anche se la fase di avvicendamento si sta completando lasciando progressivamente l’onore e l’onore del completamento delle ultime parti e della conduzione poi, sempre più nelle mani della Diocesi di Iringa quale beneficiario e proprietario finale dell’impianto, assieme alla Brulli Energia, quale partner tecnologico a garanzia dell’efficace funzionamento dell’impianto, restano ancora molte cose da completare per le quali occorre ancora (più che mai) il sostegno e la condivisione di tutti voi:

  • completamento della centrale (oneri a carico di SCSFong: 20.000 €)
  • Completamento delle linee elettriche ed approvvigionamento del materiale ancora necessario (oneri a carico di SCSFong: 30.000 €)
  • Logistica, viaggi dei volontari e spedizione dei materiali (oneri a carico di SCSFong: 35.000 €)

Tutte attività che dovranno essere finanziate per arrivare al completamento dell’impianto e per le quali SCSFong chiede il nostro e vostro contributo diretto, anche economico.

Un breve cenno alle altre attività che stiamo portando avanti con l’aiuto degli amici in Italia:

  • progetto “Documentario” iniziato già da due anni con le prime riprese realizzate a Tabora da Anna Saccone e proseguiti con il lavoro di Simone Carpi ed Eugenio D’Ecclesiis che porterà alla realizzazione di un breve documentario a testimonianza delle opere di promozione umana realizzate da SCSFong e in particolare del Progetto Idroelettrico e del progetto Under the Mango Tree con lo scopo di aiutare la ricerca di fondi per i nostri progetti;
  • organizzazione di incontri ed eventi in Italia per promuovere e sostenere i nostri progetti principali, occasioni importanti per mantenere unito il gruppo di amici che ci segue ma che come ogni altra attività richiedono impegno e sacrificio e che non avremmo potuto realizzare senza l’aiuto di Marisa, Mario, Silvia, Lina e altri molti amici che ci hanno aiutato.

Infine prima di concludere vorrei ringraziare con tutto il cuore i genitori di Andrea Gnesini che hanno voluto ricordare il foglio accordandoci (come Andrea aveva già fatto andando in Tanzania per seguire come tecnico la costruzione della centrale elettrica) la loro fiducia con la loro generosità. Alla famiglia il nostro abbraccio sincero. Grazie di cuore.

A questo punto, nel ringraziarvi per aver voluto leggere queste righe, voglio farvi i più sentiti, cordiali ed affettuosi auguri perché possiate trascorrere il prossimo Santo Natale assieme ai vostri cari ed alle vostre famiglie in serenità e gioia e per un proficuo ed altrettanto sereno anno a venire di pace.

Stefano Manservisi

Brindisi di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere, 3 dicembre 2016

L’ormai tradizionale incontro per aggiornarvi dei progressi fatti durante l’anno sui nostri progetti è anche l’occasione per incontrarci di persona e scambiarci gli auguri per le prossime festività !

Quest’anno l’incontro sarà preceduto dalla assemblea ordinaria dei soci di SCSFong cui potranno partecipare tutti coloro che già sono associati o che vorranno associarsi direttamente prima dell’incontro.

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Durante l’incontro sarà proiettato un primo “assaggio” del video girato da Simone Carpi assieme ad Eugenio D’Ecclesiis durante il loro recente viaggio in Tanzania sui luoghi dei nostri progetti e dei nostri viaggi di solidarietà. Il video sarà poi completato nell’ambito del nostro “progetto documentario” con l’obiettivo di far conoscere le attività e lo spirito di SCSFong per raccogliere nuove risorse per le nostre attività presenti e future.

Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere: attività 2016

Nonostante qualche silenzio siamo ancora qui … e andiamo avanti.

Oggi (3 dicembre 2016) ci troveremo presso Villa Pallavicini a Bologna, per l’assemblea ordinaria dei soci e per l’ormai tradizionale brindisi di fine anno.

Qualche tempo di silenzio dicevo, ma non siamo stati con le mani in mano. Molti sono stati gli amici che si sono avvicendati in Tanzania dall’inizio di aprile fino al prossimo Natale con la sola pausa del mese di settembre, e molto è stato il lavoro fatto. In Tanzania e in Italia.

In Tanzania

Progetto Idroelettrico Integrato “Hi project Madge”:
La realizzazione del fabbricato della Centrale Elettrica che dovrà ospitare la turbina ed i trasformatori prosegue secondo il programma e piogge permettendo, spero potremo trasportare finalmente i container che attualmente sono custoditi ad Iringa, al coperto in centrale.
Proprio in questi giorni Marco ed Andrea assieme ai nostri amici africani di Lung’ali (che tradotto significa “lanterna” ed è la società della Diocesi di Iringa che segue il progetto) assieme a Padre Luciano Mpoma (delegato del Vescovo e Direttore Operativo di Lung’ali), hanno completato la posa ed il collaudo del carro ponte.

Una operazione delicata e complessa ma essenziale per poter scaricare i materiali in centrale.
Nei prossimi giorni (tempo permettendo: la stagione delle piogge si avvicina!) i nostri amici con l’aiuto di Luciano Muzzi (che si avvicenderà con Andrea Gardini che rientra in Italia) proseguiranno i lavori con la posa del coperto e il completamento del pavimento della centrale.

Il fabbricato della centrale porterà il ricordo di due amici di Solidarietà: Don Billi, amico di Edgardo Monari, che ha lasciato a Solidarietà, per volontà sua e del fratello, i proventi della vendita di una sua proprietà e Andrea Gnesini, ingegnere, che ci ha lasciati all’improvviso ed inaspettatamente l’anno scorso proprio poco dopo essere rientrato, entusiasta, da uno dei viaggi di Solidarietà dove si era dato disponibile come tecnico volontario proprio per la realizzazione dell’edificio della centrale.
A loro ed alle loro famiglie va il mio personale ringraziamento da parte di tutti gli amici di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere, con tutto il cuore e oltre alle parole che certamente non sono in grado di esprimere come vorrei (e me ne dispiace). GRAZIE !!!

Under the Mango Tree (Tabora):
Continua il nostro impegno a sostegno del difficile lavoro delle Suore della Provvidenza per l’infanzia di Piacenza che come sapete stanno realizzando tra molte difficoltà il centro di accoglienza per i bambini albini (e non solo) abbandonati.
Come sapete questi bambini soffrono oltre alle difficoltà della loro condizione (che li espone più dei loro coetanei a rischi per la salute), soffrono dicevo, soprattutto le conseguenze della superstizione, dell’ignoranza e della violenza che spesso le accompagna.
Quello di Tabora è il più avanzato ed articolato progetto di accoglienza e re-inserimento rivolto ai bambini in età pre scolare.
Il programma voluto fortemente da Madre Carla Rebolini (madre generale della congregazione di Piacenza) chiamata dall’Arcivescovo di Tabora proprio per occuparsi di questi “ultimi tra i piccoli”, prevede oltre alla casa di accoglienza (completata nel 2014 con il nostro aiuto) anche la realizzazione di una scuola materna dove cominciare il percorso di re-inserimento dei bambini ospiti della casa, assieme ai loro coetanei provenienti dalle famiglie della parrocchia e del quartiere.
Purtroppo molte sono state le difficoltà incontrate per la realizzazione di questi ultimi edifici, ormai manca veramente poco alla loro ultimazione e una parte dei materiali donati e provenienti dall’Italia sono bloccati in dogana per questioni burocratiche conseguenti al repentino cambio di tutto il personale delle dogane voluto dal nuovo governo per combattere la corruzione.
Pochi giorni fa Andrea Gardini si è recato a Tabora per vedere a che punto sono i lavori:

Manca veramente poco ! ma occorre trovare altre risorse … occorre il vostro aiuto !

Progetto documentario:
Sono appena rientrati dalla Tanzania Simone Carpi ed Eugenio D’Ecclesiis che stanno seguendo la realizzazione di un documentario per testimoniare le attività, le persone e i luoghi dei progetti di Solidarietà.
Lo scopo del progetto NON vuole essere autocelebrativo, ma vuole testimoniare, ringraziare e divulgare non tanto la nostra attività, quanto lo spirito che guida queste attività, nel solco della visionaria lungimiranza e caparbietà di Edgardo Monari che dedicò tutta la sua vita e le sue risorse per dare a chi aveva chiesto aiuto non solo una elemosina, ma gli strumenti per poter provvedere direttamente al miglioramento della propria condizione senza dipendere da altri.
Un primo brano di questo video sarà proiettato proprio all’incontro di Villa Pallavicini.

In Italia

L’impegno richiesto e profuso in Italia per organizzare e gestire una permanenza così lunga in Tanzania è stato indubbiamente ed addirittura inaspettatamente maggiore a quanto potessimo prevedere, sia in termini organizzativi che logistici, cogliendoci (cogliendomi !) in parte impreparati.
A questo è in parte dovuto il silenzio di questi ultimi mesi: come sapete siamo pochi e (per scelta) privi di una vera e propria struttura organizzativa e di sostegno che possa seguire tutte le innumerevoli incombenze che l’organizzazione dei viaggi, degli avvicendamenti, del lavoro e degli approvvigionamenti comportano.
Sarebbe noioso qui elencare le attività nel dettaglio, ma vi assicuro che garantire condizioni accettabili e sicure ai volontari in viaggio nonché fare in modo che i brevi viaggi dei tecnici possano essere messi a frutto al meglio, sempre cercando di mantenere quel clima di Solidarietà e di Cooperazione che ha sin qui contraddistinto le nostre permanenze in Tanzania, non è stata cosa da poco.

Occorre però sapere che non occorrono solo di risorse economiche (ormai agli sgoccioli) ma abbiamo bisogno anche di persone, di amici che ci sostengano nelle innumerevoli attività organizzative in Italia:
organizzazione dei viaggi,
rapporti con gli enti pubblici (ministero) in Italia,
segreteria per la logistica e contatto con i volontari,
ricerca fondi, partecipazione ai bandi e presentazione dei progetti,
ricerca e organizzazione di volontari per iniziative in Italia e in Tanzania,
organizzazione di incontri informativi e formativi,
comunicazione e divulgazione.
Tutte attività che non possono più essere lasciate sulle spalle dei pochi che si applicano ad esse nei sempre meno disponibili momenti di tempo libero e ormai cronicamente solo nel momento in cui non è più possibile procrastinare (come purtroppo, e me ne dispiaccio e mi scuso, mi è capitato per l’organizzazione della assemblea ordinaria che avrei voluto organizzare prima delle vacanze estive)

Chiedo pertanto a tutti i nostri amici di essere attivi nel darsi disponibili, nel proporre soluzioni e nel farsene carico nei limiti delle possibilità di ciascuno, se saremo in tanti potremo certamente rendere leggero il peso degli impegni che ci siamo assunti !!!