Il futuro di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere

Cari amici, siamo ormai abbondantemente fuori dalle restrizioni dovute al contrasto della pandemia e possiamo quindi pensare finalmente di riprendere anche la nostra attività associativa.

Tuttavia non possiamo ignorare ciò che questi due anni hanno significato per tutti noi e per ciascuno di noi, così come non possiamo ignorare che se sul piano più strettamente “sanitario”, stiamo finalmente uscendo dall’emergenza, sul piano più esteso e sfumato che coinvolge gli aspetti più emotivi ed intimi, la guerra (così vicina a noi non solo geograficamente) sta opprimendo i nostri animi e fiaccando la nostra capacità di esprimere ciò che siamo: solidarietà, cooperazione, oltre le frontiere.

Nel momento in cui speravamo di poter riprendere con rinnovato impegno ed entusiasmo ad immaginare un futuro migliore, un futuro di sviluppo sociale cui i nostri progetti sono sempre stati orientati, la prospettiva si è repentinamente richiusa, spostando inevitabilmente (ma anche giustamente in una certa misura) la nostra attenzione e la nostra sensibilità su altri problemi e su altre contingenze, relegando sullo sfondo di queste preoccupazioni ciò per cui tutti noi ci siamo impegnati fini a ieri.

Questi due anni difficili non solo hanno decimato la nostra associazione privandola di molti amici e sostenitori, ma hanno totalmente cambiato i riferimenti che orientavano la nostra attività nel solco di quel cammino a piccoli passi indicato da Edgardo Monari assieme agli amici che fondarono Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere.

Ora però sento la necessità di fare una riflessione sul nostro percorso e su quel cammino, sulla direzione da prendere e anche sulla meta.

Dobbiamo contarci e decidere se e come proseguire.

A tutto ciò (e sarebbe già abbastanza) si aggiunge anche il cambio dell’ambito legislativo italiano per il “terzo settore” ovvero quello all’interno del quale si colloca SCSF.

Assieme agli amici consiglieri, stiamo lavorando (e uso il verbo “lavorare” proprio per cercare di comunicare l’impegno richiesto questo passaggio) per capire quali sono le prospettive realisticamente praticabili per inserire la nostra associazione nel nuovo quadro normativo, tutt’altro che chiaro e definito.

Non è facile orientarsi all’interno di normative complesse in parte nuove e quindi dagli sviluppi e dalle conseguenze ancora non del tutto chiare, ed in parte talmente datate da essere quasi impraticabili al giorno d’oggi.

Tuttavia l’obiettivo che ci siamo posti è quello di individuare e proporre alla prossima assemblea generale sei soci, le alternative percorribili che vi comunicheremo nelle prossime settimane assieme alla data dell’assemblea stessa, la quale sarà contemporaneamente ordinaria e straordinaria e dovrà prendere importanti decisioni sul futuro di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere.

Assieme a questo impegnativo passaggio è rimasto comunque immutato l’impegno verso i nostri due progetti principali: il progetto idroelettrico integrato “Hi project Madege” ormai saldamente in mano alla Diocesi di Iringa per la definizione degli aspetti amministrativi e normativi per l’inserimento del progetto all’interno delle nuove regole che si è dato il Governo della Tanzania in materia di energia assieme alla possibilità di finanziare sul posto l’ultimo sforzo economico necessario per l’avviamento dell’impianto; ed il progetto Under the Mango Tree per l’accoglienza, l’educazione ed il re-inserimento sociale dei bambini albini a Tabora che ora deve provvedere alla realizzazione delle strutture per le ultime classi del ciclo di istruzione primaria per poter ricevere le abilitazioni definitive dal Ministero dell’Istruzione del Governo della Tanzania.

Dei dettagli relativi agli ultimi sviluppi di questi progetti che pur rallentati dalle difficoltà di comunicazione, spostamento e sostentamento ci sono stati, sarete aggiornati con una prossima comunicazione ad essi dedicata.

Ora mi permetto di fare a voi, amici, una accorata richiesta:

fateci sentire il vostro sostegno e la vostra presenza, perché più che le risorse, sono proprio questi gli stimoli più efficaci in questi momenti difficili, per ritrovare energie, entusiasmo, idee nuove per immaginare un futuro per la nostra associazione e per coloro che ad essa, a noi, continuano a rivolgere con speranza le loro richieste di aiuto.

Facendo tesoro delle parole di un amico: “continuate ad aiutarci ad aiutare …”

A presto

Stefano Manservisi

Lascia un commento