Coronavirus in Tanzania

Cari amici di Solidarietà oggi voglio condividere con voi le parole di un nostro amico africano da Tabora: Mr. Pius Mgunda, civil engineer, che ha di fatto costruito la scuola materna del progetto Under the Mango Tree per l’accoglienza dei bambini albini abbandonati a Tabora in Tanzania.

Sue sono anche le decorazioni in stile Tingatinga della scuola materna progettata da Gruppozero per SCSF e condotta delle Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata di Piacenza di Tabora, realizzata con la direzione dei lavori di Mr. Pius Mgunda

Under the Mango Tree project, scuola materna delle Suore della Provvidenza per i bambini albini abbandonati a Tabora

Con Pius siamo rimasti in contatto utilizzando i social network, per scambiarci pareri e sostegno in questo momento difficile.

Infatti le conseguenze economiche dell’epidemia di Covid-19 non si sono fatte attendere nemmeno in Africa e in Tanzania, dove forse sono addirittura cominciate prima di quelle sanitarie togliendo lavoro e possibilità di sussistenza a molte famiglie. Lo stesso Pus mi ha fatto sapere che anche lui al momento è senza lavoro a Tabora e sta progettando di spostarsi fuori dalla città per cercare di evitare il contagio ed avere forse qualche opportunità di lavoro in più.

Anche per questo, qualche giorno fa chiesi a Pius Mgunda di scrivere qualche riga per raccontare la situazione in Tanzania come viene vista dalle persone.

Questa mattina ho ricevuto la sua risposta.

Come potrete leggere non c’è molto da aggiungere, se non sperare che i numeri non crescano ai livelli europei e statunitensi e che in Africa ci sia in effetti una qualche resistenza maggiore alla diffusione del virus, perché le possibilità di arginare una epidemia che raggiunga i nostri numeri, in Africa avrebbe conseguenze catastrofiche i cui effetti si riverbereranno inevitabilmente in tutto il mondo.

Quelle che seguono sono le sue parole (che trovate sotto anche in italiano, tradotte da me), credo sarebbe utile se anche voi poteste condividere il vostro pensiero, le vostre esperienze o anche solo il vostro sostegno:

It had begun like jokes through social media about chines eats insects, snakes, scorpion etc.

People in africa especially from my country were sharing some videos in social media … and believed that was the cause of corona … and that is for chines …

When an infection spreaded in Europe people were busy on spreading wrong information about covid-19, some said this virus cant persist on africa temperature, which was wrong.

I’m lucky because i have plenty of friends around the world and some of them are doctors in Netherlands, France and Belgium and some of them are friends in Italy … all of them have been telling me to stay safe … by then when we got first patient and more now we have about 257 cases and ten death.

I’m just afraid if this will be the end bearing in mind an information of infection have been reported by minister of health every 24hrs

Some of people suggested to our government to make control of infection by making lockdown some of cities which got virus cases early … but government refused to do and now the infection is all around the country … and our health minister has instructed people to wash hand with soap regularly and avoid crowd but our president refused to close churches and mosques and said god has power to stop the virus so we need to keep praying and if we get infection we can even use to boil some local medicine and inhale its steam …

I dont know if we can survive so please brothers and sisters lets share the right expirience of these virus pandemic!

last but least … here in africa some of people cant afford even the cost of musk some of them have begun to use breast garment as musk …

Please lets stand crying today we will lough tommorow …

Pius.


Tutto è iniziato come uno scherzo sui social a proposito dei cinesi che mangiano insetti, serpenti, scorpioni, ecc…

La gente in Africa, specialmente nel mio paese, condivideva video sui social media … e credeva che fosse la causa del corona … e the fosse per i cinesi …

Quando l’infezione si è diffusa in Europa le persone erano impegnate a diffondere notizie sbagliate sul covid-19, alcuni dicevano che il virus non poteva resistere alle temperature africane, ma sbagliavano.

Io sono fortunato perché ho molti amici nel mondo alcuni dei quali sono medici in Olanda, Francia e Belgio … a alcuni in Italia … tutti mi dicono di stare al sicuro … da quando abbiamo avuto il primo caso ad ora abbiamo 257 casi e dieci morti

Temo che sia la fine anche in considerazione che il ministero comunica informazioni di infezioni ogni 24 ore.

Alcuni avevano suggerito al governo di controllare l’infezione bloccando le città appena si manifestarono i primi casi … ma il governo si rifiutò di farlo e adesso l’infezione è in tutto il paese … e il nostro ministero della salute ha dato istruzioni alle persone di lavarsi le mani con il sapone regolarmente ed evitare assembramenti ma il presidente ha rifiutato di chiudere chiese e moschee e ha detto che Dio ha il potere di fermare il virus e quindi che abbiamo bisogno di continuare a pregare e che se prendiamo l’infezione possiamo sempre far bollire qualche medicina locale ed inalarne i vapori.

Non so se potremo sopravvivere, perciò fratelli e sorelle, condividete le esperienze corrette su questa pandemia !

Infine ma non meno importante … qui in Africa le persone non possono permettersi nemmeno il costo delle mascherine, alcuni usano la biancheria intima come mascherine …

Resistiamo piangendo oggi per sorridere domani …

Pius.

Si monta il cuore dell’Hi project Madege

Si monta il cuore dell’Hi project Madege

In questo ultimo scorcio di anno Marco, Simone assieme agli operai stanno facendo veramente un lavoro stupendo ed impagabile. Di seguito il massaggio direttamente dalle parole di Marco (che ormai, giustamente a mio parere, si firma scherzosamente, S.Marco):

“Comincia a piovere, oggi giornata dedicata a P. Luciano che è salito da noi per verificare la situazione. Abbiamo parlato dei prossimi impegni e modalità per affrontarli. Abbiamo insistito sulla puntualità quando si riprenderà il lavoro con altri tecnici della Brulli che non disporranno di molto tempo. Noi nei prossimi giorni continuiamo il lavoro accanto alla turbina, non cosa da poco e crediamo di fare un buon lavoro. Domani il programma è di infilare il gruppo turbina e volano nel cassone tegoli. Ti manderò aggiornamento fotografico di questa bella macchina che sto imparando a conoscere.
A domani.
S. Marco”

Ed eccole le ultime immagini che Marco ed Elia ci hanno mandato proprio ieri (12 dicembre 2018) dal cantiere a valle delle cascate del Lukosi, con i commenti di Marco: 

Continuo ad essere ammirato dal lavoro che Marco, assistito dall’Ing. Simone Miranda ed aiutati dagli operai africani stanno facendo, al tutti loro ed anche ad Anna che continua infaticabile a mantenere operativa ed accogliente Casa Monari per i nostri volontari e tecnici italiani, vada il nostro più caloroso e fraterno ringraziamento. Da parte mia anche un poco di “invidia” per non poter essere assieme a loro in questo momento.

Grazie ragazzi, continuiamo a fare “piccoli passi” assieme !!!
BUON LAVORO !!!

Ancora dalla Tanzania

Ecco le ultime foto che ci ha mandato Marco tramite Elia, il nostro autista e meccanico, da Maguta; dove come vedete i lavori per il montaggio della turbina  proseguono con l’obbiettivo di completare la collocazione provvisoria entro la chiusura del cantiere.

Tra un paio di settimane infatti i nostri volontari e l’ingegnere della Brulli rientreranno in Italia e il cantiere verrà chiuso per la pausa natalizia. Sarà riaperto nel primo trimestre dell’anno prossimo appena arriveranno sul posto i materiali per completare l’installazione della centrale.

Le prime attività del cantiere 2019 saranno proprio quelle dedicate all’assemblaggio definitivo della turbina ed al getto di completamento che la fisserà nel blocco ti tenuta.

Successivamente saranno montati e collegati l’alternatore, i quadri ed i trasformatori, che saranno installati parallelamente alla posa delle prime due linee elettriche necessarie anche per il collaudo dell’impianto.

Mi preme sempre ricordare che tutto questo è stato realizzato negli anni con il contributo volontario di tanti amici, tecnici ed operai italiani che si sono dati disponibili gratuitamente per seguire sul posto la realizzazione delle varie fasi del progetto assieme naturalmente al lavoro, retribuito dalla Diocesi di Iringa con fondi di SCSF, delle centinaia di operai africani che si sono alternati in cantiere in questi anni e che quindi ne hanno potuto ricavarne sostentamento e prospettiva di un futuro migliore per sé e per le loro famiglie.

Troppo bella !

Troppo bella !

“Peccato ricoprirla di calcestruzzo, è troppo bella ! “

Con queste parole che sottoscrivo in pieno oggi pomeriggio Marco accompagna la foto scattata in centrale a Maguta durante le fasi di montaggio della turbina.

Grazie Marco, grazie a tutti gli amici !

Fasi del montaggio della turbina nella centrale elettrica del nostro progetto idroelettrico a Maguta, sul fiume Lukosi in Tanzania

Saluti da Maguta in occasione della assemblea dei soci di SCSF

I saluti dei volontari che stanno completando la realizzazione della centrale idroelettrica dell’Hi project Madege, da Maguta in occasione della assemblea dei soci di SCSF

Lettera agli amici di Solidaretà

Bologna, sabato 10 novembre 2018

Cari amici di Solidarietà,

un altro anno è trascorso; un altro anno impegnativo ma per usare le parole di Edgardo Monari, abbiamo fatto ancora tanti piccoli passi, assieme ai nostri amici.

Il progetto “Under the Mango Tree”, di sostegno alla casa di accoglienza per i bambini albini a Tabora, dopo il completamento della scuola materna è ora in piena attività.

Le Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata di Piacenza che hanno la responsabilità educativa dei bambini ospiti e l’onere della conduzione del centro, hanno rinnovato la richiesta del nostro aiuto per proseguire il assieme cammino.

Sarà propriamente un cammino di solidarietà verso i più deboli tra i piccoli e di cooperazione tra diverse associazioni, senza frontiere: in Italia oltre alla Congregazione delle Suore della Provvidenza, da Firenze il Progetto Agata Smeralda continuerà a sostenere le spese di vitto, alloggio e sussistenza dei bambini ospiti con progetti di adozione a distanza; SCSF continuerà a dare supporto tecnico e logistico per la conduzione e l’ampliamento delle strutture; in Tanzania la Diocesi di Tabora, cui compete la responsabilità legale del progetto, curerà e seguirà tutti i rapporti con le amministrazioni locali e con il governo della Tanzania, il comitato locale, cui hanno dato vita alcune famiglie della parrocchia, darà sostegno in molti modi diretti e concreti alla conduzione della casa.

Assieme potremo contribuire a restituire ai bambini ospiti della casa l’affetto e le cure cui hanno naturale diritto, educando i loro coetanei meno sfortunati e le loro famiglie alla convivenza ed alla accettazione delle diversità come occasioni di crescita.

In concreto stiamo completando, con il sostegno di quanto raccolto nelle occasioni e negli incontri di Solidarietà realizzati in Italia dal 2017, il progetto per la realizzazione di un piccolo impianto fotovoltaico che servirà ad alleggerire la bolletta della lavanderia di casa, assicurando un livello di cura e di igiene adeguato alle necessità dei bambini, cosa per noi ovvia ma non così scontata e facile da realizzare e mantenere con risorse limitate dove permangono difficoltà di approvvigionamento sia idrico che elettrico.

Il prossimo importante passo per “costruire l’eccellenza per combattere l’ignoranza” sarà la realizzazione della scuola primaria, dove i bambini che ora crescendo ed uscendo dalla materna devono essere avviati presso altri istituti, potranno proseguire nel cammino di istruzione e integrazione iniziato all’ombra del Mango. Siate generosi !

Il progetto idroelettrico integrato Hi Project Madege per dare accesso all’energia alle famiglie delle zone agricole sulle montagne dell’Altopiano di Iringa à finalmente in via di completamento e possiamo sperare concretamente di accendere la luce nella notte africana entro il prossimo anno. E’ prematuro ora parlare di inaugurazione ma sarò felice di poterlo fare presto. Non sono mancate le difficoltà, non solamente economiche ma ciò che speravamo potesse essere ultimato entro il prossimo Natale sarà posticipato solo di pochi mesi. Spesso mi sono sentito ripetere dai nostri amici africani, quando insistentemente cercavo di spronare il mantenimento di impegni e tempi, che se noi (intesi come europei e occidentali più in generale) abbiamo gli orologi, loro (intesi come africani in generale) hanno il Tempo e che non dovevamo essere così “presuntuosi” da voler decide sia come che quando raggiungere gli obiettivi del nostro comune progetto.

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La necessità di dover accettare condizioni differenti da quelle che avevamo immaginato per questo impegnativo ed importante progetto è diventata lezione di umiltà; a volte occorre comprendere che i progetti della provvidenza (o comunque la si voglia chiamare) possono essere differenti, soprattutto quando ci si deve confrontare con cultura, storia, attitudini ed ambienti culturali e naturali diversi dai nostri ma certamente non per questo meno degni di rispetto e considerazione, soprattutto perché non bisogna mai dimenticare che siamo ospiti, certamente fraterni ed amici ma pur sempre ospiti e di questo fare tesoro. Non dobbiamo mai dimenticare che in questa attività è sì fondamentale fare programmi, anche ambiziosi, ma sempre sapendo che dovranno per forza essere rifatti, non di meno ciò è necessario perché altrimenti l’unica certezza a concretizzarsi sarà quella di un probabile fallimento. Specialmente in questo particolare periodo storico dove a casa nostra spesso lo spirito di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere viene confuso con un egoistico plauso ad aiutare gli altri “a casa loro” unicamente per evitare che i loro problemi diventino i nostri e non già come giusta e naturale necessità di dare a tutti, in qualsiasi luogo, le stesse opportunità di sviluppo, benessere, e pace.

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Il mutato clima politico sia in Europa e in Italia, dove si fatica a capire qual strada potrà prendere il cosiddetto “terzo settore”, che in Tanzania, dove pure partendo da sacrosante istanze di lotta alla corruzione si sta purtroppo tornando verso un “dirigismo” che speravamo superato ma del quale temo resti in capo a noi (Europei) una parte di responsabilità se non altro per l’esempio che stiamo dando agli occhi di chi finalmente aveva cominciato a vederci non più solo come speculatori ma come partner per uno sviluppo equo comune e che ora invece si sente respinto e rifiutato.

Anche se il colore politico alla fine è indifferente, il risultato in termini di difficoltà è comunque pesante per la nostra attività in Tanzania: burocrazia, controllo e diffidenza sono tornate a pesare in modo sempre più difficilmente sostenibile, in particolare nel momento in cui le nostre risorse, essendo state spese per arrivare sin qui si stanno assottigliando.

Tuttavia siamo davvero alle battute finali di quello che non è solo il compimento di un progetto ambizioso, faticoso, impegnativo e fondamentale per il miglioramento delle condizioni di vita future delle persone e delle famiglie che abitano nelle zone agricole servite dall’impianto, ma potrà finalmente diventare quel motore capace di dare energia al più ampio ed importante progetto immaginato dalla visionaria lungimiranza di Edgardo Monari e di chi ne ha condiviso idee entusiasmi e sconfitte:

pane, acqua, salute, istruzione e lavoro per tutti.

Quando saremo finalmente “sollevati” dall’impegno per il completamento dell’impianto, potremo dedicarci, se ne verremo richiesti dai nostri amici, a condividere con loro le nostre conoscenze e capacità per migliorare le loro condizioni di vita con più limitati ma concreti progetti per la distribuzione dell’acqua dal bacino ai villaggi, per il miglioramento dell’agricoltura e della alimentazione.

In questa ultima direzione ci stiamo muovendo per cercare altre opportunità delle quali spero potremo rendervi partecipi qualora si concretizzassero nei prossimi mesi.

Un ringraziamento affettuoso e di sincera e fraterna riconoscenza a tutti gli amici che ci hanno concretamente aiutato nel percorso di quest’anno: Marco e Anna che sono ancora in Tanzania da aprile ininterrottamente, senza il cui aiuto nulla di tutto quello che è stato fatto là sarebbe stato possibile, e poi Luciano, Mario, Marisa, Silvia, Manuela, Paolo, Eugenio, Tarcisio, Giuliano, Andrea, Giuseppe e tutti gli altri uno ad uno assieme alle famiglie che sopportano e condividono l’impegno e le assenze dei volontari.

Spero di incontrarvi personalmente numerosi nelle prossime occasioni di incontro, a tutti voi amici i miei sinceri auguri per un sereno completamento dell’anno che ormai sta per finire, nella speranza che il prossimo porti pace e serenità a tutti noi, nello spirito di condivisione e fraternità che ci viene indicato dal Santo Natale che si sta avvicinando.

Continuate a seguirci, a sostenerci e a spronarci, siate solidali e cooperate in tutti i modi che la vostra sensibilità vi suggerisce.

Stefano Manservisi

Assaggio Musicale

Non potevamo ricevere migliori auguri per il prossimo Natale di quelli che ci sono stati regalati ieri 25 novembre 2018, nelle sale di Villa Pallavicini, dal Trio d’Archi con l’esecuzione dell’Assaggio Musicale e seguito della presentazione dei progetti di SCSF.

Un grazie di cuore ed un altrettanto sentito augurio per un Natale sereno e riscaldato dallo spirito di fraternità che ci accomuna.

Grazie a Maria Giulia de Petris (violino), Irene Pizzi (violino) e Marina Scaramagli (violoncello).

Una diga in Tanzania – Gazzetta di Reggio

GAZZETTA DI REGGIO: Progetto Idroelettrico Energetico Integrato “Pane, Acqua, Salute, Istruzione, Lavoro” – Madege, Iringa (Tanzania) – Articolo

Hi Project Madege: 1° cantiere 2014

Finalmente, dopo molte difficoltà e tante novità, al via il primo cantiere 2014 per il progetto idroelettrico integrato Hi Project Madege.

Domani saranno in Tanzania Marco, Anna ed Eugenio che arriveranno a Dar Es Salaam per poi salire ad Iringa e di lì a Casa Monari per riprendere il lavoro interrotto lo scorso Novembre.

A loro i nostri auguri di buon lavoro !

A tutti coloro che fossero interessati a seguire il progetto ricordo che il diario sarà postato da Eugenio sulla nostra pagina Facebook: Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere ( https://www.facebook.com/SCSFong )

Sostenete il lavoro dei nostri volontari, la vostra partecipazione è carburante per il loro entusiasmo!

s.c.m.

Acqua: così abbondante, così difficile !

Siamo di nuovo in partenza!

Prima del solito in realtà, ma dobbiamo preparare la strada per riprendere le nostre attività dopo l’interruzione forzata a causa dei noti eventi accaduti lo scorso novembre e tante sono le cose da fare e da preparare.

Partiamo prima del previsto, dicevo, e in Tanzania piove ! L’acqua in Africa (in Tanzania) c’è ! e anche tanta.

A Tabora, prima di passare alla coltivazione del tabacco, si facevano (e si fanno ancora) DUE raccolti di riso ! e senza nessuna rete di canali come da noi, tutta acqua che piove dal cielo.
A Iringa, e in particolare sulle nostre montagne, sta piovendo molto, i fiumi e i laghi sono pieni e le strade di montagna, già difficili da percorrere normalmente, sono adesso impraticabili.

Eppure l’accesso all’acqua è ancora una cosa inusuale, difficoltosa, saltuaria, faticosa … non esistono acquedotti, e dove esistono sono ampiamente insufficienti, servono una quota limitata di popolazione (e solo nei centri maggiori, non esiste una rete distributiva diffusa) e la qualità dell’acqua distribuita è decisamente lontana dell’essere potabile.
Non ci sono infrastrutture né per la raccolta, né per la distribuzione, ciascuno si arrangia come può raccogliendola nei modi più disparati e spesso non igienicamente idonei. La distribuzione è affidata ad una miriade di “ciclisti” che con biciclette e tricicli stracarichi ai limiti dell’inverosimile, vanno a riempire le taniche di plastica gialle e poi le consegnano porta a porta (per le forniture più grosse di solo le autocisterne ma le cose non migliorano, per questo, di molto); tutto ciò nelle città e nei villaggi più grandi, mentre se abiti sui monti o in mezzo alle campagne devi partire alla mattina per tornare alla sera, portando sulla testa e a braccia (di solito le donne) le taniche riempite al fiume o al pozzo più vicino (che spesso poi così vicino non è).

L’acqua è vita, e per noi è una cosa naturale e normale, ma in troppe parti del mondo non è così e soprattutto nei posti dove l’acqua c’è e in abbondanza, non è possibile, non è giusto che le persone non vi possano accedere (o lo debbano fare con estrema difficoltà e fatica) perché mancano gli strumenti.

L’acqua è una risorsa, l’acqua è energia.

L’accesso all’acqua e l’accesso all’energia sono i nodi principali per i quali lo sviluppo sociale ed economico deve passare.

Ed è per questo che il nostro progetto idroelettrico integrato “HiProject Madege” (Hydroelectric integrated Project Madege) è importante, fondamentale, per il miglioramento delle condizioni di vita delle persone e delle famiglie che vivono sulle montagne di Iringa.
L’accesso all’energia è il primo passo per dare l’accesso all’acqua, con l’energia (prodotta in modo ambientalmente sostenibile sfruttando l’acqua del fiume Lukosi) sarà possibile portare l’acqua alle persone in modo da migliorarne le condizioni igieniche e di vita, liberare risorse per la vita quotidiana delle persone e delle famiglie (il tempo che le donne trascorrono per percorrere chilometri a piedi per andare a procurare l’acqua per se e per la famiglia, è tempo sottratto alla famiglia ed ai figli, tempo che potrà essere utilizzato per occuparsi della della vita della famiglia e della propria vita).

Acqua e Pioggia in Tanzania

Temporale lungo la strada da Shinyanga a Mwanza (Tanzania)

Acqua in Tanzania

Specchi di acqua piovana dopo un intenso acquazzone lungo la strada per Mwanza (Tanzania)

HiProject Madege

La diga sul fiume Lukosi nei pressi del Villaggio di Madege sulle montagne delle Iringa Highlands (Tanzania) – SCSFong