E’ sempre utile scambiare opinioni

Ovvero instaurare un dialogo tra persone con diverse esperienze da confrontare.

L’incontro di ieri a San Polo d’Enza è certamente stata una di quelle occasioni dove questo scambio è avvenuto, non sono incontri risolutivi, ovviamente, quasi mai lo sono, ma sono certamente occasioni positive e lo sono ancora di più se organizzate e partecipate con entusiasmo.

Il tema importante emerso anche ieri sera è quello della necessità, ormai urgente, di rinnovare, adeguare ed aggiornare, la “nostra” idea dell’Africa, occorre scrollarsi di dosso  quella idea romantica ed ormai anacronistica di un luogo dove semplicemente proiettare la nostra pur positiva necessità di dare aiuto e sostegno ai più poveri.

Anche se ancora in larga parte il continente è abitato da “poveri” (uso le virgolette perché il concetto di povertà è molto ampio e qui vorrei utilizzare quello più legato alla mancanza di pari opportunità e alla diseguaglianza nella disponibilità delle risorse pur presenti) è necessario uscire dal recinto del pauperismo buonista e affrontare la complessità di un enorme continente in rapidissima evoluzione.

E’ un dato di fatto che l’Africa sta cambiando velocemente, chi  ha avuto l’occasione di recarsi in quel continente con una certa regolarità negli ultimi 10 anni se ne è certamente accorto. Noi ne abbiamo sperimentato gli effetti sulla nostra attività di volontariato, sui nostri progetti.
Tuttavia questa consapevolezza di per sé non è sufficiente.
Il repentino cambiamento che sta subendo il continente africano non è omogeneo, non solo come mera conseguenza della enorme varietà geografica e culturale, ma anche localmente in conseguenza di spinte sociali ed economiche sia interne e locali che esterne e globali.

La indubbia maggiore accessibilità e pervasività delle nuove tecnologie in particolare di quelle legate alla comunicazione hanno prodotto effetti dirompenti sul piano culturale, senza tuttavia fornire strumenti di coscienza critica adeguati.

Il risultato è una repentina accelerazione dello sviluppo ma quello che può essere letto superficialmente come un miglioramento medio, guardando poco sotto la superficie è conseguenza di uno sviluppo asincrono dovuto al contemporaneo ed altrettanto veloce aumento della forbice tra una classe media in grado di accedere a risorse economiche ed anche culturali certamente maggiori ed una classe di esclusi (per lo più inurbati) sempre più poveri; ed anche coloro che riescono ad affacciarsi alla soglia di una nascente “classe media” devono sottostare a nuove dipendenze economiche non sempre sostenibili e che nel medio periodo rischiano seriamente di erodere le stesse risorse che ne hanno permesso l’accesso.

Di una cosa si può essere ragionevolmente certi: la complessità del continente Africano non può essere sottovalutata. L’approccio all’Africa sia che si tratti di cooperazione allo sviluppo, sia che si tratti di investimenti, deve essere consapevole, rispettoso, preparato e sostenibile.

Per chi opera come noi nell’ambito della cooperazione oltre a questi aspetti diventa fondamentale quello della solidarietà.

Non dobbiamo mai perdere l’attenzione a non creare, neppure inconsapevolmente (sarebbe ancora peggio), nuove dipendenze che costringerebbero coloro cui è diretto il nostro aiuto ad una sudditanza non così differente dal colonialismo economico che porta inevitabilmente al rifiuto del progetto e quindi al suo inevitabile fallimento appena il supporto economico verrà fatalmente a mancare.

Infine un ringraziamento ad Eugenio per l’occasione creata, a Giuseppe e Corrado per la partecipazione e a Mario che mi ha anche accompagnato da Bologna a San Polo d’Enza e ritorno.

Stefano Manservisi

Africa oggi, problemi e prospettive

Incontro con Paolo Sannella, Presidente del Centro Relazioni con l’Africa della Società Geografica Italiana.

Parteciperanno all’incontro:

Eugenio D’Ecclesiis, Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere o.n.g.

Franco Prodi, climatologo

Franco Palù, sindaco di San Polo d’Enza

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Aggiornamenti dalla Tanzania

Cari amici di Solidarietà,

il lavoro in Tanzania sul nostro Hi Project Madege proseguono, grazie anche all’instancabile lavoro di Marco, Anna e Luciano che hanno prolungato il loro soggiorno in cantiere fino al prossimo Natale, aiutati come sempre dai nostri amici africani .

Più delle parole aiutano le immagini: quelle che seguono sono le ultime ricevute direttamente dal cantiere nei mesi di agosto e settembre appena trascorsi

Ultimato il fabbricato della centrale, tutte le delicate ed ingombranti parti che comporranno l’insieme turbina – alternatore sono state trasportate al sicuro in centrale pronte per l’assemblaggio appena il materiale elettrico inviato dall’Italia ed i tecnici della Brulli Energia di Reggio Emilia (sostenitore e partner tecnologico in questo progetto) saranno sul posto a Novembre.

Sono ormai completate anche tutte le opere “accessorie” necessarie alla conduzione della casa e della centrale. La nuova casa presso il cantiere a valle sarà la base del personale di Lung’ali (la società appositamente creata della Diocesi per gestire l’impianto idroelettrico) e come Casa Monari (la base di SCSF presso il cantiere a monte, vicino alla diga) è stata realizzata secondo i nostri standard; sarà in grado di dare alloggio a 4-6 persone e sarà dotata di impianti igienico sanitari adeguati.

Anche gli ultimi getti dei supporti della condotta (nel tratto “ascendente” del pozzo piezometrico) sono stati completati, così come la finitura di tutte le opere esterne in calcestruzzo, oltre alla “ordinaria” manutenzione della condotta che necessita di periodici interventi di pulizia dalla vegetazione e dal terreno.

Come sempre non sono mancate le difficoltà: le piogge intense ed impreviste delle settimane scorse hanno causato diversi inconvenienti che hanno ovviamente richiesto un impegno extra sia ai volontari che agli operai.

Le soddisfazioni però alleviano le difficoltà, non sono mancate le occasioni conviviali e di partecipazione alle manifestazioni locali e della parrocchia che sono anche preziose opportunità per rafforzare e consolidare il legame umano diretto della nostra associazione e dei nostri volontari con le comunità locali cui è rivolto il nostro progetto.

S.C.M. (foto di Marco Valdassalici ed Elia Kisoma)

Secondo giorno di viaggio

Il nostro breve viaggio in è al secondo giorno (in verità solo il mio viaggio sarà breve, perché Marco è Anna si fermeranno fino al 13 settembre).

Oggi qui è molto nuvoloso e a tratti piove. Anzi a Dar è diluviato ma per fortuna in quella mezzoretta di scroscio eravamo al coperto a mangiare prima di imboccare la Morogoro road con il programma di arrivare a Iringa (500km) entro mezzanotte.

In teoria avremmo dovuto partire attorno alle nove di stamattina dopo gli acquisti delle provviste per i primi giorni a casa Monari. Ma come sempre quando si viene qui i programmi si fanno per essere cambiati. Ovvero è necessario farli per non essere travolti dagli eventi ma occorre sempre ricordare che nove volte su dieci occorrerà cambiarli.

Infatti i tempi dei nostri acquisti in città si sono dilatati e abbiamo anticipato l’incontro con Padre Luciano che era previsto al mio rientro, e alla fine ci mettiamo in macchina alle tre. Considerando che per fare i 500 chilometri per arrivare a Iringa ci vogliono dalle otto alle dieci ore, periamo che il meteo e il traffico ci aiuti.

Infatti …

Per i primi 50 km è già molto se si viaggia ai cinquanta, la fila di camion stracarichi e fumanti è interminabile in tutti due i senso di marcia, Impossibile sorpassare, poi controlli della polizia ogni incrocio ma tanto a questa velocità non possono fare gran che e nemmeno contestarti i sorpassi.

Alle sette e mezza è già buio e comincia a piovere,

Per completare il quadro quanto siamo a una ventina di chilometri da Morogoro foriamo. Meno male che riusciamo a fermarci in un piccolo slargo perché cambiare una gomma del Toyota sul ciglio della statale di notte con la pioggia sarebbe stato davvero pericoloso.

Fanik ed Elia sempre guardati e aiutati da Marco cambiano la gomma forata come nemmeno i meccanici della Ferrari avrebbero saputo fare in queste condizioni.

Ma questa è gente piena di risorse, se in Italia mi fossi presentato con una gomma da riparare dopo le nove di sera probabilmente non avrei risolto gran ché, qui invece dal benzinaio alle porte di Morogoro abbiamo trovato il Gommista che per l’equivalente di circa 25 euro ha sostituita la camera d’aria e riparato la ruota.

Ormai è chiaro che dovremo dormire qui, anche con la ruota di scorta riparata è troppo tardi per fare i restanti 300 km dovendo anche attraversare il parco del Mikumi (dove è sconsigliato scendere dalla macchina anche di giorno) la valle dei Baobab (posto incantevole ma pressoché disabitato e del quale si narrano le disavventure occorse ai viaggiatori da sempre) e la salita di Kitonga (la ripida e stretta strada che sale tortuosa fino alla prima piattaforma dell’altro piano di Iringa); per giunta al buio e con la pioggia.

Trovare tre stanze decenti per una notte all’ultimo momento a Morogoro non è stato facilissimo. Il venerdì è giornata di rientro per tutti e con i tempi di viaggio che ci sono qui è evidente che in molti devono fare una sosta per la notte e noi per giunta siamo degli Mzungu (bianchi) con anche la pretesa di avere il bagno in camera, magari con la doccia e l’acqua calda. Comunque alla fine ci siamo riusciti, solo che domattina la doccia sarà fredda perché non c’è l’acqua calda. Anzi, a giudicare da secchio pieno di acqua che fa bella mostra di sé in bagno, a volte probabilmente non c’è propri l’acqua.

È ormai mezzanotte, domattina altra levataccia per cercare di essere a Iringa in tempo per gli ultimi approvvigionamenti, incontrare il Vescovo e salire in cantiere prima che torni buio.

A domani

Si riparte per completare il lavoro !

Di nuovo a Dar es Salaam alla casa della Procura della Consolata. Viaggio regolare, arrivo alle 3:40, poche ore di sonno poi alle 7:00 ci tufferemo nel caos di Dar per gli approvvigionamenti necessari, primo incontro con P. Luciano Mpoma alla Nazareth House, poi in strada sperando di arrivare entro sera a Iringa.

Tanzania sotto l’acqua

Questa è normalmente la stagione delle piogge in Tanzania.
L’acqua è vita e in Tanzania l’acqua c’è.
Purtroppo in pochi ancora hanno accesso a questa essenziale risorsa che non dovrebbe essere negata a nessuno.

A peggiorare le cose negli ultimi anni i cambiamenti climatici, che anche in questa regione dell’Africa si percepiscono sempre più concretamente, hanno portato ad un ormai costante aumento dell’intensità delle precipitazioni.

Anche quest’anno si sono ripetuti i disastri (ormai non più solo nelle zone costiere) che colpiscono evidentemente soprattutto chi vive ai margini: ai margini delle città e della società.

Di seguito trovate alcuni link dove potersi documentare in generale e sulle ultime precipitazioni che hanno colpito in particolare Dar Es Salaam:
World Meteorological Organization
Floodlist
Reuters
Daily News Tanzania
The Citizen news from Tanzania
allAfrica a voice of Africa

 

 

Riprendono le attività stagionali di SCSFong in Tanzania

Cari amici di Solidarietà,
è con grande piacere che vi aggiorno sulla ripresa delle nostre attività in Tanzania.

Dopo la pausa forzata dovuta alla intensa stagione di piogge in Tanzania ci apprestiamo a riprendere la nostra attività in vista del completamento del progetto idroelettrico integrato HiProject Madege e di sostegno al progetto Under the Mango Tree per il centro di accoglienza per i bambini albini abbandonati a Tabora.

La prossima settimana avremo il primo incontro operativo per fissare i calendari delle attività in Tanzania ed in Italia assieme ai volontari ed agli amici che concretamente ci aiuteranno sui nostri progetti.

Non siamo molti e le cose da fare invece sono tante, per cui ripeto senza ancora il mio invito ad offrire la vostra disponibilità non solo in contributi economici ma anche con una presenza concreta.

Nelle prossime settimane vi aggiorneremo sul calendario e sulle attività alle quali sarà possibile partecipare.

Intanto condivido con voi le foto che l’amico Benito Totti mi ha appena mandato e che testimoniano le “grandi manovre” che come sempre accompagnano la spedizione dei nostri container verso la Tanzania.
All’interno di questo (che credo sia ormai il quarantesimo container che inviamo in Tanzania) abbiamo stivato molto materiale destinato al progetto idroelettrico HiProject Madege e anche per linee elettriche del nostro precedente progetto che tuttora fornisce energia alla missione di Usokami e che necessita di manutenzione.

Come sempre
continuate a seguirci e a sostenerci

s.c.m.

Una diga in Tanzania – Gazzetta di Reggio

GAZZETTA DI REGGIO: Progetto Idroelettrico Energetico Integrato “Pane, Acqua, Salute, Istruzione, Lavoro” – Madege, Iringa (Tanzania) – Articolo

Anna e Marco

In questo caso non mi riferisco alla bellissima canzone di Lucio Dalla, ma a due amici di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere che qui ringrazio pubblicamente, di cuore e con affetto anche a nome di tutta l’associazione, per la disponibilità e l’impegno profusi in particolare durante gli ultimi 2 anni di faticosa attività per il completamento del Progetto Idroelettrico Integrato “Pane, Acqua, Salute, Istruzione e Lavoro” .

In particolare Anna e Marco dopo essere rimasti a casa Monari (sede del nostro cuantiere per la realizzazione dello Hi project Madege, in località Maguta, vicino al villaggio di Madge, nella provincia di Kilolo, regione di Iringa, in Tanzania) quasi ininterrottamente dall’aprile al dicembre 2016 e di nuovo per due periodi di attività durante lo scorso 2017, hanno deciso di prolungare il loro ultimo soggiorno anche oltre le trascorse festività natalizia e sono rientrati il 19 gennaio di quest’anno, riuscendo a completare tutti gli obiettivi che SCSFong aveva posto per il completamento delle strutture del progetto idroelettrico, nonostante la fatica, le piogge (che negli ultimi due anni sono state ben oltre la media) e la difficolta di guidare il passaggio di molte delle attività che si vanno via a via concludendo ai nostri amici della Diocesi di Iringa.

Per questo credo, senza nulla togliere agli tutti gli altri molti amici che in questi ultimi 3 anni si sono avvicendati in cantiere in Tanzania, che vada loro riconosciuto l’impegno e l’entusiasmo profuso, non solo per la conduzione del cantiere (Marco) e della casa (Anna) ma anche per la sincerità e l’entusiasmo che hanno portato agli amici africani rappresentando la nostra associazione al meglio dello spirito di Solidarietà e Cooperazione che sempre ci anima.

Grazie Anna,
Grazie Marco

Grazie per il tempo, l’entusiasmo, l’impegno che ci avete regalato !
Grazie per la fatica, la pazienza e la comprensione, operare come volontari sulle montagne della Tanzania non è facile e persone (amici !) come voi sono un tesoro prezioso.

Il nostro impegno non finisce qui, il prossimo anno sarà altrettanto delicato e cruciale e anche se non ci vedrà in prima fila, dovremo comunque continuare a supportare ed aiutare coloro che da ora interverranno per il completamento delle fasi più specialistiche e tecniche e che porteranno alla accensione della luce sulle nostre montagne.

Non dubito che la Diocesi di Iringa per il tramite del suo Pastore (Mons. Tarcisius Ngalalekumtwa, Vescovo) e di Padre Luciano Mpoma (posto dalla Diocesi alla guida della Lung’ali Natural Resources l.t.d.) troverà il modo di cogliere l’opportunità offerta dagli amici della BRULLI ENERGIA di Reggio Emilia che hanno condiviso lo spirito e gli obiettivi del nostro progetto fin dal primo incontro con Edgardo Monari e che si sono dati disponibili a sostenere le ultime delicate fasi sia tecniche che amministrative per la messa in esercizio della centrale.

Dovremo quindi continuare ad essere presenti per affiancare ed aiutare gli amici di Lung’ali e gli amici di BRULLI.

Appena avremo i dettagli degli accordi e delle modalità di intervento, organizzeremo la nostra attività con l’obiettivo di poter concludere la realizzazione e la messa in servizio dell’impianto idroelettrico e permettere così a tutte le famiglie e alle persone che vivono la faticosa vita di quelle montagne di avere finalmente accesso all’energia e a noi di poterci concentrare sulle successive fasi del progetto. Appunto: pane, acqua, salute, istruzione e lavoro.

Grazie quindi a tutti gli amici che ci hanno aiutato sin qui, a loro rivolgo una preghiera accorata: continuate ad aiutarci, continuate a sostenerci, potremo fare assieme ancora molta strada !

Sempre a piccoli passi come ci insegnava Monari che sapeva sognare in grande e sapeva anche che i grandi sogni non si realizzano in fretta.

S.c.m.

Elezione del Consiglio Direttivo e nuove cariche dell’associazione

Il 3 dicembre scorso, durante l’assemblea ordinaria 2017 della nostra associazione è stato eletto il nuovo Consiglio Direttivo che resterà in carica per il prossimo triennio.

L’assemblea ha deciso di dotare il nuovo C.D. di sette consiglieri. Alla fine dello scrutinio, il nuovo Consiglio Direttivo di Solidarietà e Cooperazione Senza Frontiere è risultato composto da:

  • Ansaloni Giuliano
  • D’Ecclesiis Eugenio
  • Gandolfi Mario
  • Gardini Andrea
  • Manservisi Stefano
  • Nardelli Tarcisio
  • Pallotti Paolo

Il nuovo C.D. riunitosi il 18 gennaio 2018 ha poi eletto il presidente ed il vice presidente della associazione. Sono stati designati unanimemente:

alla presidenza: Manservisi Stefano; alla vice presidenza: Gandolfi Mario

I documenti ed i verbali delle assemblee e del consiglio direttivo sono disponibili presso la nostra sede di Viale Antonio Silvani 3/8 a Bologna, dove sono consultabili previo appuntamento telefonico (051 220637)